Cronaca

Stranieri discriminati, Rovato e Pontoglio fanno ricorso. La Cgil: politica coi soldi dei cittadini

Nei giorni scorsi i Comuni di Pontoglio e di Rovato hanno deliberato il ricorso in appello contro l’ordinanza del 19 luglio scorso con la quale erano stato condannati per condotta discriminatoria in quanto avevano aumentato in modo eccessivo i diritti di segreteria per il certificato di idoneità alloggiativa.

«Attendiamo fiduciosi anche l’esito del secondo grado – afferma in una nota Damiano Galletti, segretario generale della Camera del Lavoro di Brescia -. Spiace dover ribadire che in provincia di Brescia ci sono ancora amministrazioni publiche impegnate a condurre campagne ideologiche di partito con i soldi della colelttività. In primo grado le amministrazioni hanno già dovuto pagare avvocati, spese legali e pubblicazioni su quotidiani nazionali il testo della sentenza. Evidentemente, non soddisfatte, hanno deciso di continuare su questa strada».

Il 19 luglio scorso, si ricorda nella nota, il giudice del tribunale di Brescia Andrea Tinelli aveva condannato per condotta discriminatoria i Comuni di Rovato e Pontoglio per avere aumentato in misura abnorme (da 50 a 312 euro il primo e da 200 a 425 euro il secondo) i diritti di segreteria relativi al rilascio della certificazione di idoneità alloggiativa.

La causa civile era stata promossa da una cittadina straniera, dall’Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e dalla Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’uomo con il sostegno della Camera del Lavoro di Brescia. Nell’ordinanza del giudice veniva ricordato che la certificazione di idoneità alloggiativa è un atto con il quale il comune, su istanza degli interessati, certifica ai fini igienico-sanitari e abitativi l’idoneità dell’alloggio ad ospitare un dato numero di persone: «Un atto – era stato sottolineato dal giudice – che tipicamente riguarda la condizione di straniero, poiché è indispensabile al fine di ottenere il permesso di soggiorno UE per soggiornanti di lungo periodo, richiedere il ricongiungimento familiare e acquisire il premesso di soggiorno per motivi familiari».

Dunque, «benché in linea di principio la tariffa applicata dai comuni convenuti per la richiesta della certificazione di idoneità alloggiativa sia la medesima per tutti, italiani e stranieri, è evidente che l’interesse prevalente al rilascio della certificazione riguardi i soli stranieri». Di qui la decisione del giudice di: dichiarare il carattere discriminatorio della condotta tenuta dai Comuni di Rovato e Pontoglio; ordinare ai convenuti di cessare la condotta discriminatoria revocando le predette delibere e ripristinando i diritti di segreteria nell’importo precedente la loro adozione; di disporre che i convenuti procedano a rimuovere gli effetti della discriminazione mediante la restituzione di euro 262 quanto al Comune di Rovato e ad euro 225 quanto al Comune di Pontoglio, a ciascuno straniero che abbia fatto richiesta del certificato di idoneità alloggiativa nel periodo di validità delle delibere; di ordinare ai convenuti di pubblicare a proprie spese l’ordinanza (per intero sui rispettivi siti internet, per estratto su un quotidiano di tiratura nazionale); di condannare i convenuti alle spese di lite, quantificate in circa 7 mila euro.

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Redazione BsNews.it

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