La scelta portava importanti benefici economici alle casse dell’ente pubblico – e quindi a tutti i cittadini – in un momento di crisi. Ma non è bastata a convincere i comitati di genitori e docenti, che hanno spinto il presidente della Provincia Pier Luigi Mottinelli a rivederla. “Serve un consenso importante, che ad oggi non c’è, io non ho mai voluto imporre nulla dall’alto”, ha spiegato Mottinelli motivando la decisione (coraggiosa come la precedente) di cancellare la settimana corta nelle scuole superiori.
Una decisione forte, anche perché per il Broletto la novità valeva ben 1,4 milioni di euro all’anno tra bollette (600mila euro) e trasporti (800mila). E avrebbe permesso all’ente anche di trovare le risorse per realizzare nuovi stabili e sistemare quelli esistenti visto che “dal territorio ci sono richieste di 52 milioni e l’edilizia scolastica degli istituti superiori compete alla Provincia”.
Mottinelli però ha dovuto prendere atto delle resistenze (di bottega) di molti, annunciando la fine della sperimentazione. Ma sottolineando che a settembre verrà distribuito comunque un questionario a tutti gli istituti affinché si esprimano.
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