Cronaca

Polemica a Sallero, per il ministero c’è un centro profughi, ma il sindaco non ne sa nulla

Secondo i dati diffusi dalla “Commissione parlamentare di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattenimento dei migranti” al 19 gennaio scorso sul territorio del comune di Sellero erano presenti 6 immigrati di sesso maschile ospitati in una struttura temporanea di accoglienza temporanea gestito dalla Cooperativa “Il Mosaico”.

Sulla questione è intervenuto il consigliere comunale Severino Damiolini, responsabile Enti Locali della Sezione di Capo di Ponte-Valsaviore della Lega Nord, che il 23 marzo scorso, con un’interrogazione, ha chiesto al sindaco di Sellero se fosse a conoscenza della presenza della struttura temporanea di accoglienza, dove si trovi questa struttura, se sia in possesso di tutte le autorizzazioni necessarie, se siano state avviate tutte le procedure sanitarie previste dai protocolli e quali eventuali malattie siano state riscontrate negli ospiti, quale sia lo status degli ospiti (se siano già in possesso cioè dello status di profugo oppure abbiano soltanto inoltrato la richiesta). L’esponente del carroccio inoltre, ha chiesto come si possa conciliare la presenza di una struttura temporanea di accoglienza gestito da una Cooperativa Privata, con l’accordo sottoscritto con la Prefettura di Brescia (il Comune di Sellero è stato uno dei primi ad aderire) che, a detta dei promotori (enti locali, enti comprensoriali e prefettura) avrebbe dovuto mettere al riparo i comuni sottoscrittori proprio dall’invio di immigrati in strutture private.

Con una nota il Sindaco Bressanelli ha però comunicato che il Comune non dispone dei dati forniti da Damiolini e che sul territorio del Comune di Sellero non vi è nessuna cooperativa “Il Mosaico”.

“I dati prodotti dalla Camera dei Deputati – evidenzia Damiolini – sono stati forniti dal Ministero dell’Interno che li ha ricevuti dalla Prefettura. Ho quindi consigliato al Sindaco di chiedere immediatamente lumi al Prefetto, cosa che d’altra parte avrebbe dovuto già fare di sua iniziativa.
Il comportamento di Bressanelli – continua – è la dimostrazione di come per molti Sindaci i camuni e la loro sicurezza vengano dopo i clandestini. Nel rapporto della Camera dei Deputati infatti è chiaro come nel 2016 lo status di rifugiato o la protezione sussidiaria/umanitaria siano stati
riconosciuti solo al 18% dei richiedenti, mentre l’82% delle istanze è stato rigettato. Questi – conclude – sono a tutti gli effetti clandestini che andrebbero identificati e rimpatriati non distribuiti nei nostri paesi senza che nemmeno i sindaci ne sappiano nulla, con il rischio concreto che se ne perdano le tracce.”

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Redazione BsNews.it

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