Emergono i particolari dell’inchiesta “Smile” sulla sanità lombarda che questa mattina ha portato all’arresto di ventuno persone, tra cui il consigliere leghista del Pirellone Fabio Rizzi, braccio destro del governatore Roberto Maroni e presidente della Commissione Sanità al Pirellone. Le accuse sono di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, turbata libertà degli incanti e riciclaggio, per un giro d’affari di oltre 400 milioni di euro, dal 2004 ad oggi.
Secondo foti investigative il sistema sarebbe caratterizzato “non solo dalla violazione dei principi cardine di trasparenza, imparzialità, legalità, indispensabili per una buona amministrazione pubblica” ma anche dall’erogazione di servizi scadenti con ricadute, di natura economica e non, sia sugli enti pubblici che sui pazienti”.
Al centro delle indagini una società di prestazioni odontoiatriche con sede ad Arcore che avrebbe ottenuto la quasi totalità degli appalti. Negli anni duemila infatti fù messa a punto una riforma sanitaria lombarda nella quale i servizi odontoiatrici, per ragioni di carattere economico, potevano essere fornite anche dai privati. Da qui la possibilità di entrare nel sistema e agevolare la società in questione.
Secondo gli investigatori il consigliere Rizzi, insieme ad un amico imprenditore, avrebbe ricevuto come “regalino” il finanziamento della propria campagna elettorale alle regionali del 2003, ma anche 50mila euro, sequestrati dalla Procura di Monza che ha svolto le indagini.
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