L’inchiesta sulla prostituzione maschile e sulla pedofilia condotta dalla Procura di Brescia è iniziata con la segnalazione di una mamma che ha scoperto messaggi hot sul telefono del figlio che lasciavano pochi dubbi sul fatto che dall’altro capo ci fosse un adulto con il quale si era consumato un rapporto sessuale.
Sentito il giovane, i Carabinieri sono riusciti a risalire ad altri tre minorenni coinvolti in un giro che aveva le sue radici nei social network, dove i ragazzini avevano i primi contatti con i “clienti”.
Per evitare di farsi beccare in alcuni casi gli adulti avevano fornito ai minorenni dei telefoni cellulari con i quali scambiarsi messaggi e chiamate hot. I clienti pagavano per prestazioni sessuali complete o parziali dai 20 ai 100 euro, ma facevano anche regali di vario genere, in un caso persino una catenina d’oro con lo stemma dell’Inter e una cena da McDonald’s. Si trova ancora all’estero una delle dodici persone per cui è stata emessa un’ordinanza di custodia cautelare.
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