(a.tortelli) “Il 2015 è stato l’anno della riscossa. E Aib ne esce rafforzata: più ascoltata e più innovativa”. Con queste parole si è aperto questa mattina – in via Cefalonia – l’intervento del presidente degli industriali bresciani Marco Bonometti nell’ambito del tradizionale appuntamento pre-natalizio con la stampa locale.

“Apprezziamo ciò che il governo ha fatto in questi anni, soprattutto per quanto riguarda il Job act”, ha spiegato, “ma non basta. La sburocratizzazione deve diventare una parola d’ordine. E trovo un affronto alla democrazia il fatto che i parlamentari non siano stati ancora in grado di eleggere tre giudici costituzionali: una certa parte della politica va riformata”.

Quanto all’andamento dell’economia bresciana, Bonometti ha sottolineato che nel 2015 la produzione industriale è cresciuta del 2 per cento, mentre le esportazioni del 4, “tornando ai livelli pre-crisi”. Anche l’occupazione è aumentata (0,8 per cento) con un balzo significativo dei contratti a tempo indeterminato (più 30 per cento, grazie soprattutto al Job Act). Complessivamente oggi Brescia vale il 10-11 per cento dell’economia lombarda e il 14 per cento della produzione industriale.

Il presidente di Aib, quindi, ha evidenziato il successo di Expo, con l’impegno del sodalizio di Orgoglio Brescia, e le importanti ricadute sull’economia della Leonessa (circa 150 milioni di euro, tra opere già fatte o avviate). A seguire, il patron di Omr ha passato in rassegna alcuni dei risultati più positivi ottenuti negli ultimi mesi, a partire dalla battaglia (vinta) per l’abolizione dell’Imu sugli impianti industriali e dal rilancio dell’aeroporto di Montichiari. “Stiamo lavorando con Camera di commercio e Abem per costruire la società”, ha sottolineato, “quella delle infrastrutture è una questione nodale per il nostro territorio: per questo abbiamo sostenuto che la Tav debba passare per Montichiari e non per Brescia”. E a chi gli ha ricordato le dichiarazioni – non proprio coincidenti – del neoad di Fs, il bresciano Renato Mazzoncini, Bonometti ha ribattuto: “Sarà il ministero dei Trasporti a decidere”.

Per quanto riguarda la Fiera, incalzato dalle domande dei giornalisti, Bonometti ha quindi spiegato che “a breve si riunirà il tavolo dei presidenti per confrontarsi e definire un percorso. Come Aib”, ha aggiunto, “vedo solo due strade: se alle aziende bresciane la fiera interessa ancora e, a differenza del passato, esiste un piano sostenibile siamo pronti a ragionare, altrimenti siamo disposti anche a vendere. Ma nel frattempo la priorità è metterla in sicurezza”.

Sul fronte interno, invece, il presidente di Aib ha evidenziato il lavoro per rendere l’associazione industriali più snella e vicina ai bisogni delle aziende, in particolare sul fronte del credito. Non a caso, ha sottolineato con orgoglio, oggi Brescia è la seconda realtà della Lombardia per numero di iscritti: 1272.

Infine il progetto BresciaPiù, che “vuole essere la sintesi di tutte le iniziative e del modo di operare del sistema-Brescia”. “Il nostro è un progetto strategico per cambiare Brescia da qui al 2030”, ha spiegato, “vogliamo cambiare il volto della città facendo in modo che ambiente ed economia convivano nel migliore dei modi. Vogliamo”, ha concluso, “occuparci dei problemi della comunità, non solo di quelli delle fabbriche”.

A chi poi – tra il serio e il faceto – ha chiesto se c’è più speranza di vedere un bresciano alla presidenza di Confindustria nazionale (diversi media indicano Bonometti tra i papabili) o la Feralpi Salò in serie B ha risposto – con un sorriso – Giuseppe Pasini, patron di Feralpi e responsabile del settore ambiente di Aib: “Magari entrambe le cose”.

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Redazione BsNews.it

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