Avis, inaugurata la nuova sede unica di Rodengo Saiano. Briola: il dono salva la vita
(e.b) Ha inaugurato venerdì pomeriggio la nuova sede Avis di Rodengo Saiano per la donazione di sangue, plasma ed emoderivati, in via Moie 32. Alla presenza del presidente provinciale di Avis Giampietro Briola, ma anche di diversi sindaci dei comuni coinvolti, oltre all’assessore regionale alla mobilità Alberto Cavalli e al consigliere della Lista Maroni Presidente, il bresciano Alessandro Sala, quella di ieri è stata la penultima inaugurazione (l’ultima sarà a Montichiari) di un lungo programma di riorganizzazione delle sedi di dono avviato dall’Avis provinciale di Brescia circa un anno fa. che ha comportato un investimento di oltre un milione di euro.
La nuova riorganizzazione dei centri di raccolta sangue, che passano da 45 a 16, “ha creato qualche disagio a chi si deve spostare dal proprio comune per fare la donazione ma ha il grande vantaggio di aumentare gli standard relativi alla sicurezza del dono”, ha specificato il presidente Briola che, dopo aver ringraziato il comune per “aver messo a disposizione la struttura”, ha ricordato che la nuova sede di Rodengo Saiano è costata ad Avis oltre 400mila euro per la ristrutturazione e rimarrà in comodato d’uso gratuito per 15 anni
Si è trattato di una grande sfida per l’Avis provinciale di Brescia, che ha riguardato sia l’accoglienza che l’informatizzazione, oltre al collegamento costante con il data base degli Spedali Civili di Brescia, “nell’ottica di offrire non solo un servizio più ordinato e schedato, ma anche una maggior sicurezza per donatori e riceventi”, ha fatto sapere il presidente Briola. Con questa riorganizzazione l’Avis esce di fatto dalla fase pioneristica del bisogno per entrare in una nuova fase nella quale “il bisogno viene soddisfatto in modo sicuro e il prodotto è garantito da alti standard di sicurezza”. Un impegno che però non è costato solo lavoro e fatica, ma anche un milione di euro. Da qui l’appello del presidente Briola rivolto “a tutti coloro che possono e vogliono aiutarci a recuperare parte dell’investimento”.
Ad oggi il numero dei donatori bresciani si attesta intorno ai 34mila, per la maggior parte (circa il 60 per cento) uomini tra i 35 e i 45 anni d’età, per un totale nel 2015 di oltre 63mila donazioni di sangue, a cui si aggiungono circa 3500 volontari che a vario titolo prestano il proprio servizio all’interno dell’associazione. Numeri importanti, ma mai sufficienti. Obiettivo principale dell’associazione resta infatti quello di “aumentare le donazioni e di ampliare il numero dei donatori, coinvolgendo maggiormente i giovani e gli sportivi – fa sapere Briola – ma anche stimolare coloro che sono già donatori a non perdere nessuna occasione (quattro donazioni di sangue all’anno per gli uomini e due per le donne in età fertile a cui si possono aggiungere le donazioni mensili di plasma e piastinoaferesi) di dono”. Tra i gruppi sanguigni più richiesti 0 e A, negativi o positivi, che riguardano il maggior numero della popolazione.