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Redditi, crescono quelli dei bresciani: ancora divario tra uomini e donne

L’analisi dei redditi dei bresciani fatta dalle Acli provinciali in base ai dati dei 730 (dipendenti e pensionati) del 2015 mostra come, rispetto agli anni precedenti, si veda un’inversione di tendenza, con il livello del reddito che risale dopo diversi anni in costante diminuzione.

Poco meno di un terzo della popolazione si attesta nella prima fascia, che percepisce un reddito lordo annuo non superiore a 15mila euro. Nella fascia successiva, i redditi fino a 28mila euro, troviamo quasi la metà dei soggetti (46%). Le prime due categorie sommate rappresentato il 79% di tutto il campione: osservando il dato a partire dal 2008 (redditi 2007) vediamo come la fascia 15-28 mila euro si sia ridotta (in percentuale); i soggetti di questa categoria sono passati principalmente in quella inferiore, e in numero non irrilevante anche a quelle superiori. Considerato il carico fiscale medio, all’interno della seconda fascia troviamo i soggetti che percepiscono tra i 1.000 e i 1.600 euro di stipendio netto mensile. 

Il reddito medio quindi non è ancora tornato per tutti al livello del 2008: soprattutto chi ha redditi bassi continua a soffrire. Il mancato “recupero” è stato però compensato, per i lavoratori dipendenti, dal bonus Irpef di 80 euro mensili, introdotto a maggio del 2014. Restano però esclusi i pensionati che si trovano in una situazione di sostanziale stagnazione.

Dai dati viene confermata ancora una volta la forte differenza, in termini reddituali, tra uomini e donne, con queste ultime che, in pochi casi, si collocano nelle categorie più elevate di reddito, segno che determinati ruoli manageriali e di direzione sono ricoperti, nella grande maggioranza dei casi, da uomini. La maggior parte delle donne (49%) rimane nella fascia che guadagna in media un reddito che non supera i 15 mila euro, a fronte di oltre la metà degli uomini che ha un reddito medio superiore a tale cifra. Così come per la platea generale, anche per i soggetti stranieri (circa il 7,5% del campione) tra il 2014 e il 2015 vi è stato un incremento del reddito medio, anche se contenuto (1,46%).v L’osservazione di questi dati sconta il fatto che alcuni dei soggetti analizzati sono variati nel corso degli anni: sappiamo infatti che, anche per la crisi, molti stranieri sono tornati nei paesi di appartenenza o sono rimasti senza lavoro, mentre molti altri sono arrivati nel nostro paese.

Dal 2008 ad oggi i dati non mostrano particolari variazioni: sia in generale che all’interno delle varie fasce, la spesa media è rimasta invariata. Sono però calate le spese per  le case di riposo – ma ciò non è dovuto alla diminuzione degli anziani bisognosi – per l’asilo nido, servizio che un minor numero di bresciani si possono permettere rispetto all’anno precedente.

Per quanto riguarda la ripresa del mercato immobiliare, vi è da rilevare un aumento del numero dei mutui rispetto agli anni precedenti, anche se attualmente i soggetti con mutuo in corso sono molti di meno rispetto al 2008. Le agevolazioni per il risparmio energetico e le ristrutturazioni continuano ad avere grande successo, ulteriormente incentivate dall’aumento dei benefici concessi dalla metà del 2013 e, probabilmente, estesi anche al prossimo anno. Il settore edilizio, in grave crisi in questi anni, ne sta beneficiando, così come il patrimonio immobiliare dei privati e, più in generale, dei nostri paesi, poiché si recuperano edifici esistenti anziché consumare nuovo suolo verde.

Dal punto di vista della lotta all’evasione fiscale, i dati analizzati mostrano come è probabile che la detrazione per i contratti di locazione (affitto) abbiano spinto all’emersione del sommerso (contratti non registrati). "Tuttavia – commenta l’Acli – riteniamo che si debba fare molto di più: le recenti statistiche hanno evidenziato come i comuni, anche piccoli, possano ricavare preziose risorse dalla lotta all’evasione. Confidiamo che gli amministratori si impegnino su questo fronte, innanzitutto per motivi di equità, ma anche per reperire quei mezzi finanziari oggi sempre più importanti per garantire i servizi sociali".

Infine continua a destare preoccupazione la diminuzione di soggetti iscritti all’università, costante negli ultimi anni, mentre aumentano sensibilmente i costi di accesso (tasse universitarie).

Il campione studiato è basato sui 348.677 modelli 730 presentati nel 2015. Di questi, 49.129 sono stati trattati dal CAF-ACLI, presente con la sua sede centrale di via Spalto San Marco a Brescia, quella di via Corsica ed in diverse sedi territoriali dislocate in provincia. In sostanza: il campione di dichiarazioni osservato rappresenta quindi il 14% del totale ben distribuito sulla provincia bresciana (valli, laghi, città, bassa bresciana, ovest) e variegata nell’età. 

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Redazione BsNews.it

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