Non passano le semplificazioni sulle norme della caccia, Sala (Lista Maroni): occasione persa

«Nel nostro lavoro ci devono essere le ragioni della mente ma anche quelle del cuore, le passioni che si trasmettono ai figli. Mi domando che senso abbia insistere con norme farraginose, contorte e difficili da realizzare. Oggi si è persa un’occasione per poter cacciare con più libertà e meno vessazioni»: così il consigliere regionale del Gruppo "Maroni presidente" Alessandro Sala dopo la bocciatura, con voto segreto, dell’emendamento a sua firma ad un articolo del progetto di legge di semplificazione negli ambiti economico, sociale e territoriale.

 

Il voto in Aula era stato preceduto da un’accesa discussione in commissione sull’emendamento in questione, ovvero la possibilità per i cacciatori di usufruire gratuitamente, dalla terza domenica di ottobre di ogni stagione venatoria, di un pacchetto di dieci giornate fruibili in tutti gli ambiti territoriali, o nella zona di minor tutela dei comprensori alpini  della regione, per la caccia alla selvaggina migratoria esclusivamente da appostamento temporaneo, anche con l’uso di richiami vivi e del cane da ferma.

«Negli ultimi vent’anni la tematica venatoria è andata complicandosi e il mondo della caccia è stato penalizzato a più riprese – lamenta Sala -. Penso alla chiusura dei roccoli, al complicato meccanismo di utilizzo della banca dati dei richiami, imposto da una normativa sempre più restrittiva, alle deroga cancellate. Siamo, poi, l’unica regione ad avere un tesserino venatorio che è un quaderno, un libro, che va compilato con estrema cura e conservato intatto. Per non parlare del cumulo di tasse. Che cosa dobbiamo fare ancora noi cacciatori per poter cacciare?».

Nel suo intervento in Aula prima del voto, il consigliere della Lista Maroni aveva sottolineato l’importanza degli altri emendamenti approvati, volti a semplificare l’elezione del presidente dei Comprensori alpini (CA), a ridurre il numero dei componenti dei comitati di gestione degli Ambiti territoriali di caccia (ATC), a consentire il recupero della selvaggina acquatica con l’utilizzo del natante con motore fuoribordo e a permettere di cacciare in più ambiti territoriali anziché solo in quello di residenza. «L’emendamento da me presentato – conclude Alessandro Sala – era una possibilità in più per contrastare le tante vessazioni e una semplificazione in termini di libertà venatoria sul territorio. Forse non si è tenuto nella giusta considerazione che si parlava di selvaggina migratoria, non stanziale, quindi non si modificavano i piani di gestione di ATC o CA per la selvaggina stanziale. Inoltre la migratoria si caccia in un periodo  di non riproduzione della stanziale e perciò non reca  disturbo a quest’ultima. Il Consiglio – ribadisce – ha perso un’occasione».

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Redazione BsNews.it

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