Servizio idrico integrato, Cgil: il gestore unico deve essere completamente pubblico

Con una nota la Cgil, in attesa della convocazione della Conferenza dei Comuni dell’Ufficio d’Ambito, prevista per venerdì 9 ottobre e dove si discuterà su quale forma dare al servizio di gestione del servizio idrico integrato ed a scegliere la modalità con la quale sarà individuato il soggetto (unico per l’intero territorio provinciale) al quale affidare detto servizio per i prossimi 30 (trenta) anni, invita “tutti i sindaci bresciani a licenziare una proposta che proceda all’affidamento del servizio idrico integrato per l’intera provincia di Brescia ad un soggetto gestore completamente pubblico, chiuso a qualsiasi ipotesi di cessioni a privati, vicino alle esigenze dei Comuni e delle popolazioni ed chiaramente estraneo a logiche speculative”.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DELLA NOTA:

Riteniamo che il servizio integrato (acquedotto, fognatura e depurazione) debba essere direttamente affidato ad un soggetto gestore unico per l’intero territorio provinciale (come imposto dalla normativa vigente), totalmente controllato e posseduto dai Comuni (cosiddetto affidamento in house). Un’azienda consortile di diritto pubblico la cui politiche gestorie ed industriali siano definite con il concorso di tutte le Amministrazioni comunali della provincia bresciana e che, essendo pubblica, possa vedere la partecipazione di rappresentanze degli utenti del servizio.

Proprio questo passaggio rappresenta il decisivo e dirimente elemento di diversità rispetto alla proposta approvata dal Consiglio di amministrazione dell’Ufficio d’Ambito che prevede per il futuro la partecipazione di privati.

L’affidamento diretto del servizio idrico integrato ad un’azienda totalmente in house non partecipata, né ora né mai, da investitori privati è un’alternativa assolutamente percorribile sotto l’aspetto giuridico, essendo contemplata fra le soluzioni previste dall’ordinamento comunitario e dalle norme nazionali e regionali.

Questa modalità di affidamento risulta più aderente alla volontà chiaramente espressa dal popolo italiano nei referendum del 12 e 13 maggio 2011. Essa, al momento, appare l’unica in grado di contrastare il disegno di affidare per i prossimi tre decenni la gestione dell’acqua bresciana ad una società mista pubblico-privata, nella quale il socio privato inevitabilmente finirebbe per fare la cosiddetta “parte del leone” avendo la possibilità di acquisire una quota societaria superiore al 50%.

Per questo motivo, ci permettiamo, di esortare tutti i sindaci bresciani a licenziare una proposta che proceda all’affidamento del servizio idrico integrato per l’intera provincia di Brescia ad un soggetto gestore completamente pubblico, chiuso a qualsiasi ipotesi di cessioni a privati, vicino alle esigenze dei Comuni e delle popolazioni ed chiaramente estraneo a logiche speculative.

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Redazione BsNews.it

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