L’appello del Papa, lanciato domenica da piazza san Pietro, all’accoglienza nelle parrocchie di piccoli gruppi di migranti, ha fatto breccia tra i bresciani che, alla spicciolata hanno avvicinato alcuni operatori dell’accoglienza profughi per chiedere spiegazioni sul da farsi.
A fronte di una trentina di arrivi quotidiani nella nostra provincia (la maggior parte dei quali rimane parcheggiata nel centro accoglienza lombardo di Bresso), solo otto ieri sono riusciti ad essere sistemati in strutture idonee.
Il problema è sempre lo stesso: manca la disponibilità di strutture adeguate alla loro accoglienza. Durante il tavolo d’emergenza attivato in Prefettura è risultato chiaro che la microaccoglienza è (ancora) la strada da battere per affrontare l’emergenza anche se sullo sfondo resta il piano B della tendopoli.
Ora con la nuova disponibilità da concordare con le parrocchie e eventuali cittadini privati si spera di risolvere nell’immediato il problema, ma l’ondata di arrivi non si ferma e ogni giorno produce nuove richieste di accoglienza. Richieste alle quali Brescia fa già fatica a rispondere.
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