A distanza di dieci anni le analisi dell’Arpa sulla falda e le acque sotterranee del Sito di interesse nazionale Brescia Caffaro, danno risultati tutt’altro che incoraggiante. Pcb, cromo esavalente, solventi e mercurio sono ancora presenti in elevate quantità.
Il primo studio risale al 2005 e aveva messo in evidenza una situazione tragica con una falda profondamente malata che però a distanza di dieci anni sembra essere ancora tale. Questa condizione costringe ad un lavoro di depurazione particolarmente difficile perché è necessario che l’acqua, prima di arrivare ai rubinetti dei bresciani, venga depurata delle sostanze nocive, riducendole ai minimi consentiti per legge. E’ quello che A2A ha fatto nei mesi scorsi abbattendo il cromo esavalente.
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