Torna in prima linea il primo cittadino di Pontevico, Roberto Bozzoni, che era stato uno tra i primi ad esprimere la sua ferma contrarietà in merito all’arrivo in terra pontevichese dei profughi: “Devo ribadire – è la spiegazione lo stesso Bozzoni – che più che verso queste ipotetiche denunce (delle quali si è fatto un gran parlare spesso più a fini propagandistici che per reali contenuti) la mia attenzione si concentra verso il mio ruolo di sindaco”.
Bozzoni ribadisce che non si tratta di una scelta razzista: "In questo momento gli enti locali hanno a disposizione risorse così ridotte. Prima vengono i problemi e le difficoltà dei pontevichesi e in un periodo come questo, tra disoccupazione, perdita di lavoro, famiglie sempre più in crisi e tante altre importanti esigenze ancora, non c’ davvero spazio per mettere a disposizione dei profughi risorse così scarse come quelle attuali". E aggiunge che a Pontevico si era ipotizzata una tendopoli nel giardino dell’ex caserma della Polizia Provinciale di via Brescia, un’area di proprietà della Provincia di Brescia. "Un’opzione che ha trovato immediatamente la nostra ferma opposizione anche perché trascurava completamente il fatto di trovarsi accanto ad un’altra zona problematica come la cosiddetta mosche attigua. Se a questo aggiungiamo poi la condizioni igienico-sanitarie nelle quali sarebbero stati ospitati i profughi (specie durante l’inverno..), mi viene da chiedermi se i veri razzisti sono quelli che si oppongono all’arrivo dei profughi nei nostri territori oppure tutte quelle persone che, magari seguendo interessi di parte (compresi quelli economici) vorrebbero attirare queste persone in luoghi che di umano non hanno davvero niente…".
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