Mille Miglia e Chopard, prima dei giudici si affermi il buon senso (di Ugo Calzoni)
di Ugo Calzoni – La bocciatura del bilancio 2014 da parte dell’Assemblea dei Soci dell’Automobile Club di Brescia ( Ente pubblico non economico) ha statutariamente attivato il Consiglio Nazionale dell’ACI nella procedura di commissariamento. Mercoledì 22 luglio, ascoltate le ragioni del presidente Piergiorgio Vittorini, il Consiglio Nazionale si è riservato fino ai primi giorni di settembre i tempi per decidere. Da qui ad allora le ragioni della bocciatura dei conti bresciani si intrecceranno, per l’ennesima volta, alle ragioni che hanno portato ai precedenti commissariamenti riuscire a togliere dal cono d’ombra né il contratto Chopard (anche se il presidente e commissario dell’Ac Brescia Alessandro Gelpi iniziò un causa nei confronti di Chopard, lasciata poi morire con la transazione del 2010) né tantomeno a porre fine alle ragioni di conflitto tra gli schieramenti contrapposti, i soci incalliti e i presidenti muscolosi. Varrebbe la pena che la Città fosse in grado di dare una mano per il buon esito di questo “parto podalico” senza il quale è assai difficile intravedere un cambio di passo in largo Ferrari, un futuro dedicato all’automobilismo, allo sport, all’educazione stradale, all’assistenza ai soci e non ad una estenuante frequentazione delle aule di Tribunali. Gira e rigira…il nodo che tiene imprigionato il Club bresciano è pur sempre l’accordo con Chopard.
Quell’accordo è stato sottoscritto il 6 maggio del 2010 a Ginevra (nel giorno in cui partiva da Viale Venezia la Gara ) dal proprietario della Chopard Karl Friedrich Scheufele anche per conto della sorella Karolin Gruosi-Scheufele. Contemporaneamente a Firenze firmava Davide Mattia Traxler a nome della Chopard Italia srl; a Brescia le firme di Aldo Bonomi, presidente dell’AC Brescia, e di Enzo Cibaldi per Brescia Service srl siglavano definitivamente il patto. Quattro sottoscrittori evidentemente muniti dei rispettivi poteri di firma. Per la parte bresciana, quindi, procure e poteri rilasciati dai rispettivi organi amministrativi, notoriamente composti da più persone. A tal proposito,tuttavia, il direttore dell’AC Brescia dell’epoca ( pubblico funzionario) ha negato più volte e in diverse sedi che vi fossero state deleghe in merito e che quelle firme furono apposte senza i relativi poteri. Per questo secondo il suo parere l’accordo andava considerato del tutto nullo. Quel direttore,inoltre, si è sempre dichiarato all’oscuro del patto e persino della conferenza stampa convocata da Bonomi e da Cibaldi per annunciarne la sottoscrizione.
Perché solo nel maggio del 2010 si è giunti ad una soluzione concordata relativamente ad un rapporto finanziario e commerciale di lunga data,operativo da almeno 15 anni e mai formalizzato tra la casa svizzera e la Mille Miglia? Bisogna fare un piccolo passo indietro, al 2008, quando la bresciana Marva perse i diritti di organizzazione,di promozione e di valorizzazione della Mille Miglia in favore dell’Ati ligure- romana (Mac Events,Meet Comunication,Sanremo Rally) risultata vincitrice della gara pubblica di assegnazione dell’evento. Assegnazione che si realizzerà in concreto,anche in quel caso, solo per l’intervento della Magistratura. Quando l’Ati ha cercato di esercitare tutte le opportunità offerte dal bando di gara, soprattutto in quegli spazi di natura commerciale e promozionale contenuti negli atti di concessione, si è trovata con le mani legate.
Da qui la sorpresa! Infatti nel contattare case di orologi e gioiellieri di prestigio mondiale interessati alla Mille Miglia, emersero immediatamente le riserve e le diffide da parte di Chopard. L’azienda svizzera, negli anni, aveva registrato come proprio il marchio Mille Miglia in moltissimi Paesi e in altrettanti mercati, ampliando in questo modo, nel quadro della classe merceologica 14, le proprie trincee monopolistiche commerciali di difesa da qualsiasi pretesa di terzi. L’ATI non aveva altra strada se non quella di rivalersi nei confronti dell’AC Brescia con richieste di risarcimento per l’evidente danno subito. Il Club Bresciano si è così trovato nella morsa di un organizzatore che,da un lato, lamentava di essere stato danneggiato da un bando fuorviante e non veritiero e, dall’altro, da una Chopard blindata da ormai molti anni dalla registrazione del marchio su molti mercati nell’assenza passiva e totale dell’AC Brescia, dei suoi presidenti e dei suoi amministratori. Per queste ragioni si è giunti al contratto transattivo. Con 14 fogli, 2 per le sole firme, e con 6 allegati si è sottoscritta la pace concedendo per 25 anni l’uso del marchio a Chopard. L’atto simile più ad una scrittura tra privati, è stato steso in lingua italiana e in inglese ma con riferimenti espliciti alle norme del diritto italiano e alla sua legislazione. Ancora oggi sono secretati l’intero articolo 4; i 12 commi dell’articolo 5; gli 11 dell’articolo 6; i 4 dell’articolo 12 e i 4 allegati A, B, C, D. Degli articoli secretati si conoscono solo i titoli ma non i contenuti: Dichiarazioni rilevanti e garanzie; Accordi relativi ai marchi Mille Miglia; promozione dei marchi Mille Miglia e dell’Evento; Riservatezza. Degli allegati tenuti segreti si conoscono i titoli: Descrizione marchi Mille Miglia; Registrazioni Chopard dei Marchi Mille Miglia; Registrazioni AC Brescia e ACB Service dei Marchi Mille Miglia; Elenco controversie in corso ACB e ACB Service/Chopard. Anche l’ATI viene richiamata nell’accordo perchè tacitata a fronte della rinuncia a qualsiasi pretesa.
Pare che Chopard Italia in risposta alla recente decisione del Tribunale amministrativo abbia comunicato all’AC Brescia la sua inossidabile volontà di mantenere secretate tutte le parti dell’Accordo coperte dagli omissis senza affrontare il merito del giudice amministrativo che imponeva a Chopard di rendere ben chiare ed esplicite le ragioni strategiche o di brevetto industriale che potessero riferirsi a parti dell’accordo e la cui conoscenza potesse arrecare un danno assoluto per l’azienda. L’atteggiamento dilatorio è del tutto evidente e rischia di trascinare la questione dal terreno civilistico a quello penale. Versante che non farebbe bene né all’Ac Brescia, né alla Mille Miglia né alla Città.