Innovativa decisione del Tribunale di Brescia sulla vicenda del ragazzo non udente di Lumezzane che alcuni mesi fa si era rivolto al Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani Onlus perché rischiava l’allontanamento coatto e il ricovero in una comunità psichiatrica secondo i dettami e i protocolli della psichiatria istituzionale. Il giudice ha dato atto della validità di un progetto per la “cura della persona” che preveda, oltre alla presa in carico del CPS locale senza l’assunzione di psicofarmaci, un percorso di tirocinio e formazione al lavoro al fine di favorire la formazione di competenze necessarie per un futuro lavorativo. Il 6 luglio il ragazzo, che più volte aveva chiesto la possibilità di avere un lavoro, verrà informato direttamente dal giudice che la sua richiesta è stata accolta.
“Siamo certi che questa decisione aprirà la strada ad altre decisioni e procedure rispettose dei diritti umani, e che i vecchi ed invasivi protocolli psichiatrici coercitivi saranno presto un ricordo del passato. Ringraziamo l’avvocato Francesco Miraglia, legale del ragazzo, e la dottoressa Vincenza Palmieri dell’Istituto Nazionale di Pedagogia Famigliare di Roma. Un grazie va anche al giudice, ai professionisti e ai servizi sociali per aver avuto il coraggio di accettare questa proposta innovativa”, ha commentato Mariella Brunelli del Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani.
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