“La statua del Bigio, il cui nome originale è quello di ‘Era fascista’ torni nella sua collocazione naturale. Si abbandoni ogni idea stravagante e non ci si faccia abbagliare dalla propaganda in stile Boldrini, secondo cui bisognerebbe eliminare scritte e simboli che, piaccia o no, appartengono alla storia del nostro Paese ”.

Lo dice Viviana Beccalossi, assessore regionale della Lombardia e dirigente di Fratelli d’Italia, in vista del Consiglio comunale di domani a Brescia, dove si discuterà un’interrogazione che mira a fare luce sulla sistemazione di un pino sul piedistallo in cui originariamente era posizionata la statua. Pianta poi rimossa, ma non senza aver suscitato polemiche.

 “Bigio” è il soprannome con cui in città è indicata la statua “Era fascista”, realizzata nel 1932 da Arturo Dazzi e ubicata in Piazza della Vittoria, in pieno centro a Brescia.  Il monumento venne rimosso nel 1945 e non vi ha più fatto ritorno, nonostante anche di recente la Soprintendenza peri Beni Architettonici si sia espressa favorevolmente sul ripristino originale della piazza.

“Ancora una volta –prosegue Viviana Beccalossi – tocca assistere a un rimpallo di responsabilità che nasconde l’unica incontestabile verità e cioè che il Bigio, da oltre settanta anni lasciato a marcire in un deposito, è un’opera ‘scomoda’ solo per chi nega la storia e fa di tutto per nascondere ciò che non gli fa comodo. Un vecchio trucco a cui certa sinistra è abituata fin dalle lezioni di storia delle elementari, quando si raccontano solo le parti che piacciono”.

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Redazione BsNews.it

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