Tav, a Brescia cave di prestito zero. Politica, Comuni e imprese: un successo corale
Nessuna nuova cava di prestito e un impatto ridotto dei cantieri sul territorio, insomma: un grande successo corale per Brescia. Così, questa mattina, si sono espressi i rappresentanti di Provincia, Comuni e imprese (a partire dai cavatori di Aib), che hanno convocato una conferenza stampa congiunta per fare il punto sull’impatto della Tav a livello bresciano. In particolare – hanno sottolineato – gli espropri nel territorio di produzione del Lugana sono passati da 240 a 34,7 chilometri (di cui 15 occupazione temporanea), mentre il numero delle cave di prestito – salvo sorprese dell’ultimo minuto – passerà dalle undici inizialmente previste a zero.
“Ovviamente verificheremo tutto nel merito quando verrà approvato il progetto definitivo, ma possiamo già dire che per Brescia si tratta di un risultato importante”. Ha commentato il consigliere delegato in materia Gianbattista Groli, facendo eco alle parole – messe per iscritto in una nota – del presidente del Broletto Pier Luigi Mottinelli (“La Regione, nelle sue prescrizioni, ha accolto la nostra impostazione circa le aree di cantiere e l’eliminazione delle cave di prestito sul territorio, già sufficientemente sfruttato in passato, in quanto la disponibilità di prodotti alternativi o di ate lungo il tracciato è sufficiente per garantire il quantitativo di inerti richiesto dal progetto”).
Per quanto riguarda il caso della cava di prestito di Lograto, l’unico ancora teoricamente aperto, si è quindi espresso il sindaco Gianandrea Telò. “Ho avuto un incontro con Cepav”, ha spiegato, “che ha accolto la nostra istanza e ci ha invitato formulare una richiesta formale per l’eliminazione della nuova cava di prestito. Il documento è stato acquisito e portato all’attenzione del Ministero delle Infrastrutture: ora dobbiamo attendere le comunicazioni del Cipe. I tempi non saranno brevissimi”, ha chiosato, “ma nemmeno biblici”.
Sul dato di fondo si è concentrata invece la presidente dei cavatori di Aib Daniela Grandi. “Cepav”, ha detto, “aveva comunicato unilateralmente l’apertura di 11 nuove cave di prestito. Grazie alle pressioni congiunte, oggi il territorio bresciano può affermare con orgoglio di aver ottenuto un grande successo corale. Questo risultato storico”, ha aggiunto, “è stato possibile grazie all’azione congiunta di istituzioni, pubbliche amministrazioni, imprenditori e società civile, che per una volta hanno lavorato in maniera congiunta nell’interesse della collettività. Auspichiamo quindi”, ha concluso la presidente dei cavatori di Aib, “che questa modalità di lavoro possa diventare la regola e che possa essere applicata a tutte le criticità che riguardano il nostro territorio”.
Sulla stessa linea Francesco Castagna, direttore di Anepla (Associazione Nazionale Estrattori Produttori Lapidei Affini). “Battaglie come queste”, ha spiegato, “nascono ad ogni grande opera pubblica, ma a mia memoria è forse la prima volta che enti pubblici e soggetti portatori di interessi diffusi, grazie alla capacità di fare sinergie, ottengono un risultato concreto di tale portata”.