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Busi contro la Loggia: incapacità di lavorare, non sarò a Brescia

Mentre l’annuncio della presentazione del suo ultimo libro “Vacche amiche (un’autobiografia non autorizzata)’, Marsilio editore” al Ridotto del Grande veniva diffuso, ieri mattina, dalla Segreteria del Comune, Aldo Busi aveva già dato forfait. Lo scrittore di Montichiari, che da anni, per l’esattezza, 25, non ha più partecipato ad appuntamenti istituzionali cittadini, ha escluso Brescia dalle quattro presentazioni organizzate dalla Marsilio per il nuovo romanzo.

Alla base della disdetta quello che Busi definisce una caso di “incapacità e sciatteria”. Lo scrittore si sarebbe indignato per il modo con il quale l’evento è stato trattato. Busi non attacca le istituzioni, ma la segreteria di Palazzo della Loggia. “Avevo fatto i salti mortali per inserire nel calendario anche Brescia e c’ero riuscito. – racconta Busi – Trattarmi così però è stato di una sciatteria inqualificabile da parte loro: non sono riusciti a emettere nemmeno un comunicato-stampa in tempo e modo dignitosi, dopo che per giorni avevo fatto ripetuti tentativi di avere informazioni, indicazioni, certezze, per confermare che l’evento si sarebbe tenuto alle numerose persone che nel frattempo mi e si chiedevano perché nessuno ne desse comunicazione”. E aggiunge “Ero arrivato a pensare che proprio non mi volessero ma alla fine mi sono convinto che si tratta di un caso di incapacità, gestito da persone non abituate a lavorare seriamente e che quindi non si rendono conto di quanto non hanno saputo fare e nemmeno del significato lesivo e offensivo che può assumere il verbo "ospitare" se usato in modo improprio, come fanno nel loro tardivo e stitico comunicato-stampa”.

Molto amareggiata Laura Castelletti, che si dice non a conoscenza di come si sono svolte le cose:  l’Assessore, come scrive il Bresciaoggi, avrebbe anche tentato di convincere Busi a mantenere l’appuntamento bresciano, ma senza successo. Un appuntamento che sarà difficile replicare, visto che lo scrittore non ha mancato di lanciare un’ultima frecciata: “Subisco un danno d’immagine da questa attesa frustrata per tutti quelli che attendevano di vedermi. Mancavo da Brescia da venticinque anni: non credo ci sarà un’altra occasione”.

 

DI SEGUITO LA LETTERA INTEGRALE INVIATA DA ALDO BUSI AL SINDACO E AI FUNZIONARI CHE HANNO SEGUITO LA VICENDA

 

Vi invito a riflettere sull’uso improprio e di rara, offensiva volgarità che nel Vs tardivo comunicato stampa avete fatto del verbo “ospitare” riferito alla mia persona e al mio romanzo. «Il Comune ospita», semmai, una fiera (quindi espositori paganti), una famiglia di alluvionati (va in soccorso di), dei cani randagi in un canile (in attesa di sopprimerli o di un padrone), dei clandestini (in via di espulsione), degli indigenti (provvede al loro cibo e a un riparo), infine ospita un corpo estraneo alla società (in pianta stabile o al momento), non ospita uno scrittore nel pieno delle sue forze e della sua autonomia psicofisica ed economica venuto a presentare a titolo gratuito una sua opera in un luogo pubblico, nemmeno io avessi pagato per essere «ospitato» o addirittura Vi fosse stato imposto di «ospitarmi» obtorto collo. La povertà e persino la miseria concettuale dell’espressione, che in queste ore mi viene fatta notare anche da terzi molto più scandalizzati di me, dà la misura della scarsa volontà dimostrata dal Comune nella conduzione dell’intera faccenda e rivela, anche semanticamente, un menefreghismo, una superficialità, un pressapochismo di fondo prossimi all’ostilità manifesta e quasi l’intenzionale fine che questo incontro con Aldo Busi non avvenisse proprio. Non è ammissibile utilizzare, e all’ultimo minuto dietro immani pressioni interlocutorie del tutto gentili e scialo di energie da parte mia, una simile espressione, che sottolinea più un distacco che non un coinvolgimento, e tanto peggio se usata non scientemente, perché allora siamo di fronte alla prova palese che persone sbagliate, dai salatissimi stipendi consultabili online, presiedono a luoghi istituzionali di delicata mediazione con i cittadini senza averne né i titoli né le capacità. Qualora un giorno voleste andare a colpo sicuro e “ospitaste” il solito confratello del tondino o la solita sorella mistica del bagoss, Vi ricordo che la formula corretta, rispettosa, esauriente è di antico conio cortese e non richiede né lauree né concertazioni consiliari né sforzi mentali o stilistici: «Il Comune di Brescia è lieto/ è onorato/ ha il privilegio di annunciare che X in data Y presso W presenterà eccetera». Magari, già che ci siete, annunciatelo col dovuto anticipo e, invece di affiggere locandine, con il trito rosario di rito che fa tanto cultura bresciana e non esce dal solco della tradizione più progressista, ahimè, in loco.

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Redazione BsNews.it

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