Hanno preso carta e penna e hanno scritto una lettera al sindaco Del Bono per esprimere la loro solidarietà contro le accuse che gli sono state mosse in questi giorni dai manifestanti di Diritti per Tutti e dai migranti che hanno agitato la città per protestare contro la sanatoria e i permessi di soggiorno. I mandatari sono i Sikh – a Brescia sono 7mila – che nel documento spedito alla segreteria del sindaco e alle principali istituzioni cittadine hanno affermato di sentirsi “parte integrante di Brescia, e non solo ospiti”.
Loro, pur condividendo con gli altri "nuovi abitanti" immigrati i problemi delle procedure di soggiorno, non ritengono “né utile, né produttiva una logica di conflitto che fa della prepotenza la propria misura e lo stile di confronto”. Loro sono pacifici e ci tengono a dimostrarlo in ogni modo. A partire dalle denunce nei confronti di quelli di loro “che cercano di sfruttare la situazione e di violare la legge, gettando così un’ombra su una comunità onesta, pacifica, rispettosa e laboriosa come la nostra – per sostenere -. Siamo consapevoli che prima degli altri siamo noi a doverci comportare come i nostri fratelli italiani. Così ragionando noi ci sentiamo e noi siamo bresciani”. Un atteggiamento, quello della comunità “che veste di arancio”, che appare diverso da quello al quale abbiamo assistito negli ultimi giorni durante le manifestazioni in centro città, dove invece, non sono mancati gli insulti e l’uso della forza.
La lettera dei Sikh si chiude, invece, con la richiesta di un incontro con il sindaco per ribadire la loro posizi0one anche a voce.
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