Più che il rammarico per le statue irrimediabilmente danneggiate, la tristezza del parroco è tutta per non aver saputo recuperare i giovani che si sono resi protagonisti di un gesto insensato e oltraggioso. Don Redento Tignonsini, parroco della chiesa di Sacca di Esine, si attribuisce più colpe di quante dovrebbe nel commentare l’episodio di valdalismo giovanile che si è verificato all’esterno della chiesa.
Un gruppo di ragazzi – i sospetti non sono ormai più tali, e sono diventati certezza – approfittando dell’oscurità ha prima decapitato la statua di Papa Francesco e poi imbrattato quella della Vergine Maria. Le statue, in gesso, erano posizionate dallo scorso Natale sul sagrato della chiesa, dove il parroco e i suoi volontari hanno anche allestito uno spazio per il deposito e il ritiro di prodotti destinati alle famiglie in difficoltà; i vandali hanno prima utilizzato i frutti di una cassetta di kiwi per fare un tiro al bersaglio contro le statue, poi hanno decapitato quella del Papa con una spranga.
La notizia è presente sulle colonne del quotidiano Bresciaoggi in edicola stamane, dove sono riportate anche le parole di don Redento Tignonsini: "Anche quando vengono in oratorio questi ragazzi hanno un atteggiamento fuori dalle regole e dall’educazione, bestemmiano, non salutano. Dobbiamo pregare per loro, per loro e per le loro famiglie".
(Red.)
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