Come ogni mattina la mamma l’aveva accompagnata in automobile fino a pochi metri dall’ingresso della palestra dove lavora, però ieri la ragazza non è riuscita ad entrare. Sulla sua strada si è messo un marocchino che – non è da escludere – forse con premeditazione, l’ha aggredita e poi violentata. E’ un racconto drammatico quello che è stato fatto dai testimoni presenti sul luogo dell’aggressione, i dintorni di una palestra di via Orzinuovi, aperta di mattina presto per consentire ai clienti di allenarsi prima del lavoro in ufficio. L’episodio presenta molte analogie con il caso verificatosi un mese fa in via Milano, quando un tassista riuscì a sventare un tentativo di stupro ai danni di una 40enne (leggi la notizia).
I fatti. La 25enne, impiegata presso la palestra, dopo essere stata lasciata dalla madre stava per entrare nell’edificio quando è stata afferrata alle spalle e a forza trascinata lontano, addirittura a cento metri dall’ingresso fino a un luogo appartato, dietro a un muretto, dove il bruto che l’ha agredita ha abusato di lei. Nel frattempo il custode della palestra, sentite le urla della giovane, era sceso per vedere cosa stava succedendo, per poi risalire e chiamare il 112 e dare l’allarme agli altri clienti. A quel punto alcuni ragazzi sono scesi in cerca della vittima ed hanno allontanato il marocchino, un uomo di 37anni alto e ben piazzato.
Sul posto nel giro di pochi minuti sono arrivate ben quattro pattuglie del Radiomobile e tre pattuglie partite dalle caserme di Brescia, Rezzato e Roncadelle. Grazie anche alle indicazioni dei testimoni, il responsabile dello stupro è stato intercettato mentre cercava di nascondersi nei pressi di una rampa che porta a un parcheggio. Aveva ancora i pantaloni sporchi del sangue della vittima.
La giovane è stata trasportata da un’ambulanza al pronto soccorso dell’ospedale Civile, e poi visitata nel reparto di ginecologia dove è arrivata anche la madre, in lacrime. Ne avrà per 15 giorni, necessari per la guarigione di abrasioni e delle contusioni ma certo insufficienti per farle dimenticare la violenza subita.
Il marocchino, residente a Flero, è in carcere, in cella di isolamento.
(Red.)
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