A una settimana dalla tragica morte del sub 39enne Lorenzo Canini, rimasto senza ossigeno dato che non riusciva a liberarsi dalla rete da pesca nella quale era rimasto impigliato, proseguono a pieno ritmo le indagini per la ricerca dei pescatori responsabili del posizionamento delle reti.
Sabato scorso la gente in acqua o sulle rive di Tavernola Bergamasca, dove è avvenuta la tragedia, era poca. Per ora non ci sarebbe nessun testimone oculare che avrebbe visto i pescatori posizionare le reti, dunque le indagini dei Carabinieri di Clusone devono svolgersi esclusivamente sulla base delle testimonianze raccolte tra i pescatori: negli ultimi giorni sarebbero stati interrogati anche alcuni bresciani. L’ipotesi di reato è quella di omicidio colposo: chi ha messo il tencaro in acqua, una rete lunga 60 metri ed alta uno, non avrebbe dovuto farlo.
(red.)
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