Applicando i protocolli per l’impegno dell’ECMO, che presso gli Spedali Civili di Brescia sono operativi ad opera del Dipartimento Cardiotoracico e del Dipartimento Anestesia Rianimazione ed Emergenza Urgenza, gravi pazienti con insufficienza cardio-respiratoria sono stati trattati con successo. Tre sono nell’ultimo anno che, al termine dell’ospedalizzazione, sono tornati a casa ad una vita normale. Agli Spedali Civili, che vantano una lunga storia di cardiochirurgia, l’Ecmo è stato ampiamente utilizzato da anni, soprattutto in ambito cardiologico e cardiochirurgico e negli ultimi 3 anni si sono gestiti circa 20 casi.
L’Ecmo o ossigenazione extracorporea a membrana utilizza un sistema di circolazione extracorporea, che in ambito rianimatorio, viene utilizzata per il trattamento di pazienti con insufficienza cardiaca e respiratoria acuta, con possibilità potenziale di reversibilità, nei casi in cui non siano risultati sufficienti i trattamenti farmacologici e meccanici convenzionali. E’ una tecnologia che nasce dal bypass cardiopolmonare (macchina cuore polmone) utilizzata in cardiochirurgia e modificata nel tempo, per consentire procedure di lunga durata. Il primo caso di utilizzo con successo dell’Ecmo risale al 1972. Decisivo impulso alla diffusione della metodica, a livello internazionale, italiano e lombardo in particolare, è stato fornito dall’epidemia influenzale H1-N1 intorno agli anni 2009-2010, causa le gravi complicanze respiratorie legate a quella condizione.
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