E’ stato un consiglio provinciale all’insegna della polemica politica il secondo dell’era Mottinelli. Nella seduta di questa mattina, infatti, le opposizioni del gruppo Comuni in Provincia (in particolare Fdi e i dissidenti forzisti) e della Lega hanno aperto i lavori di Palazzo Broletto definendo illegittima la seduta e dichiarando di fatto guerra al neo presidente. Per poi uscire dall’aula in segno di protesta.
Mottinelli aveva avviato la seduta (intorno alle 10) annunciando che entro il 5 dicembre la giunta regionale delibererà il disegno di legge sull’attribuzione delle deleghe alle Province, che poi dovranno ratificarlo entro il 31 dicembre. Quindi – tra le prime scintille con il presidente – ha preso la parola la peroniana Nicoletta Benedetti che ha letto un documento a nome dei colleghi Zanardini, Maffoni e Flocchini per chiedere di “rinviare tutte le deliberazioni all’ordine del giorno in quanto sarebbero illegittime come la convocazione del consiglio”. Dura la replica di Mottinelli, che – supportato dal parere dei tecnici – ha ribadito la legittimità della seduta e sottolineato che le istanze delle opposizioni potrebbero comunque trovare ascolto in commissione. Ma – ribadendo l’atteggiamento di apertura verso il civico di sinistra Lama – ha alimentato la polemica: “Prendo atto che a quattro consiglieri non interessano i lavoro del consiglio: a loro vorrei ricordare che possono dimettersi lasciando spazio ad altri”. Inutile anche la richiesta di sospensione del leghista Giovanmaria Flocchini. Mentre sul fronte della maggioranza è da registrare l’intervento del vicepresidente (e segretario di Forza Italia) Alessandro Mattinzoli, che ha attaccato l’ex sodale Benedetti: “Mi pare chiaro che è collocata all’opposizione, e comunque non comprendo che senso abbia il suo atteggiamento in un ente di secondo livello, tanto più alla luce delle aperture di Mottinelli”.
Quindi la seduta è ripresa con gli altri punti all’ordine del giorno (Programma di mandato del presidente, un piccolo assestamento al bilancio, indirizzi per le nomine nelle società controllate e linee guida per Expo) ma senza i quattro dissidenti, che hanno abbandonato l’aula. Le linee programmatiche sono state approvate con 11 voti favorevoli e un solo astenuto (Lama).
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