5 dicembre. E’ fissato a venerdì prossimo il termine ultimo indicato a Ubi Banca per dare una risposta a Rinaldo Sagramola, manager a capo di un gruppo di investitori seriamente interessato, pare, ad acquistare il Brescia Calcio.
Il tempo stringe, non solo per la scadenza fissata da Sagramola ma anche perché il salvataggio deve necessariamente compiersi in tempi brevi. I motivi sono presto detti: la mannaia di ulteriori punti di penalizzazione a causa di mancati pagamenti di stipendi e tasse, Enpals, Irpef, Irap, che potrebbero aumentare i 3, forse 4 (leggi la notizia), punti in meno già sicuri.
Sul piatto della bilancia sarebbero stati messi 9 milioni di euro, offerti a Ubi Banca per arrivare a fine campionato consentendogli di rispettare tutti i pagamenti. Una cifra ovviamente inferiore al reale valore della società, che però scongiurerebbe nell’immediato il fallimento, che è molto più di uno spettro, e non fa altro che far vivere in uno stato di tensione continuo sia la squadra sia la piazza.
E’ lo stesso Sagramola a spiegare, sulle colonne di Bresciaoggi, i suoi obiettivi: «È un progetto che mira a garantire la continuità aziendale alla società evitando innanzitutto il fallimento, che non è onorevole per nessuno. È una proposta seria, credo l´unica in questo momento in mano alla banca. Certo, ne potrebbero arrivare altre e magari di migliori. Intanto la proposta del gruppo che rappresento c´è, concreta. Ora tocca alla banca valutarla».
Quanto ai motivi per i quali Sagramola è disposto a metterci la faccia, e gli investitori i soldi, sono spiegati dallo stesso ex direttore generale di Vicenza e Sampdoria: «Al gruppo che rappresento ho garantito che Brescia è una piazza dalle grandissime potenzialità. Nei prossimi anni, per iscriversi a un campionato nazionale, bisognerà contare solo sulle proprie risorse. Noi non vogliamo lavorare da soli, ma coinvolgere altre forze bresciane».
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