Il Ministero della Salute avrà avuto tutte le sue buone ragioni, ma gli effetti della sua circolare che vieta il trasferimento di uova e avannotti tra bacini d’acqua diversi avrà un effetto immediato per il lago d’Iseo: il divieto di pesca del coregone.
A partire dal primo di dicembre dunque guai ai pescatori che avranno nelle loro reti un esemplare di coregone. Ma il divieto riguarda solo il Sebino, perché nel Garda verranno regolarmente portate a termine le campagne ittiogeniche di ripopolamento di coregone grazie all’impianto di Desenzano. Nel lago d’Iseo si potrà tornare a pescare coregoni solo quando sarà pronto l’incubatoio di Clusane, e per rendere possibile ciò non dovranno venire meno i 200mila euro “promessi” dalla Regione.
In attesa di tempi migliori l’assessorato provinciale ha rilasciato ad otto pescatori sebini il permesso di pescare coregoni sul Garda. Ma non è semplice come a dirlo: oltre al trasporto della barca, e al relativo pagamento dell’ormeggio per tutto il periodo della pesca, i pescatori devono pensare pure al trasporto del pesce, ovviamente in celle frigorifere.
Insomma: tempi duri per i buongustai nostrani, dopo la mazzata sullo spiedo (leggi la notizia) sarà difficile pure trovare coregoni nei ristoranti.
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