Con un comunicato i consiglieri Comunali Donatella Albini (Al Lavoro per Brescia), Fabrizio Benzoni (Lista Castelletti), Laura Gamba (M5S), Mafalda Gritti (Lista Catelletti) e Francesca Parmigiani (Al Lavoro per Brescia) esprimono tutta la loro contrarietà all’annunciata raccolta firme che il Forum provinciale delle associazioni familiari ha avviato per esprimere "amarezza e sconcerto" a fronte dell’adesione della Giunta del Comune di Brescia alla Re.a.dy, la rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni anti-discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere. Tra i firmatari del comunicato non compare nessun esponente del Pd.

DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO:

Apprendiamo dalla stampa che il Forum provinciale delle associazioni familiari ha avviato una raccolta firme per esprimere "amarezza e sconcerto" a fronte dell’adesione della Giunta del Comune di Brescia alla Re.a.dy, la rete nazionale delle Pubbliche Amministrazioni anti-discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere; una realtà di cui sono già entrate a far parte numerose amministrazioni regionali e locali che, sottoscrivendone la Carta d’intenti, si sono impegnate ad avviare politiche per favorire l’inclusione sociale delle persone omosessuali e transessuali, sviluppando azioni positive e promuovendo atti e provvedimenti amministrativi che tutelino dalle discriminazioni e le prevengano.

Un’iniziativa meritoria – quella della Giunta comunale – e doverosa per un governo locale che intenda ispirare il proprio agire amministrativo ai principi di inviolabilità dei diritti dell’uomo, di eguaglianza e di dignità della persona, sanciti dalla Carta costituzionale del ’48 e dal diritto comunitario.

Per questo rammarica profondamente dover constatare come nella nostra città vi sia ancora qualcuno che si indigna, non di fronte alla diseguaglianza, alla discriminazione, al rifiuto dell’altro, ma all’impegno concreto di quanti – entro il proprio ambito di competenza – intendono promuovere una "politica dell’umanità", necessariamente agli antipodi rispetto a una "politica del disgusto" e dell’esclusione. E dispiace dover rilevare come vi sia ancora qualcuno che non ritiene urgente intervenire, a ogni livello istituzionale, attraverso non solo l’adozione di strumenti normativi – e, in questo, grave e colpevole è il ritardo del legislatore statale – ma anche mediante un paziente lavoro culturale, sociale, educativo, formativo per promuovere e attuare il principio di non discriminazione, colmando un vuoto a causa del quale il nostro Paese occupa spesso gli ultimi posti nelle classifiche europee.

Per questo riteniamo che la raccolta firme, diffusa dal Forum e illustrata alla stampa dal Dott. Gandolfini, sia dettata da pericolosa miopia e dall’inaccettabile volontà di erigere steccati, argini, barriere che escludono, senza comprendere che oggi l’urgenza è piuttosto rappresentata dalla necessità di abbattere i muri dell’indifferenza, dell’ignoranza e del sospetto, all’ombra dei quali proliferano discriminazioni e diseguaglianze. Mistificatori appaiono, inoltre, i richiami a una presunta e inesistente "teoria del gender", utilizzata da quanti – colpevolmente immemori o dolosamente dimentichi del principio di laicità – promuovono una crociata in difesa della "famiglia tradizionale", come se il riconoscimento di diritti a favore di categorie di esclusi implicasse l’erosione di tutele a danno di chi già ne beneficia.

I diritti trovano significato nel fatto di essere uguali per tutti. L’evocazione della "priorità della famiglia" sembra servire solo come paravento per nascondere quanto ancora troppo poco si faccia a favore delle famiglie concretamente esistenti, mostrandosi campioni di "valori" a costo dei diritti di libertà, del riconoscimento del pluralismo etico e del modo di realizzare progetti di solidarietà, intimità e amore.

Una battaglia di retroguardia, in sintesi, quella condotta attraverso la raccolta firme. Un’iniziativa che – ne siamo certi – non piacerà alla Brescia laica e neppure alla Brescia cattolica, quella che si ispira al cattolicesimo democratico promosso e diffuso da personalità che, grazie alla loro profonda cultura, alla loro straordinaria lungimiranza e – non ultimo – alla loro tenera umanità, hanno saputo e sanno schierarsi dalla parte dei più deboli, degli ultimi, degli emarginati e dei discriminati per costruire una comunità inclusiva, non giudicante, ma accogliente.

Ogni tentazione di irrigidimento ostile, di semplificazione, di buonismo distruttivo non è altro che una provocazione, un tentativo di dividere dimenticando il bene comune di una città e di un territorio in cui ognuno è chiamato a essere protagonista intelligente e dialogico.

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Redazione BsNews.it

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