“L’obiettivo è completare l’opera entro la metà del 2015. L’essere partiti in anticipo è un merito, non certo una colpa come qualcuno vorrebbe far credere”. E un ‘io non ci sto’ quello di Franco Bettoni, presidente e padre di Brebemi, di fronte alla pioggia di critiche che sono arrivati da quotidiani e concorrenti contro la nuova autostrada che collega Brescia, Bergamo e Milano.

“Proprio martedì”, spiega Bettoni, “abbiamo fatto il punto della situazione in consiglio di amministrazione. Brebemi avanza secondo i tempi stabiliti: mancano ancora alcuni raccordi e completamenti stradali (Cassanese, Brescia Sud e Mandolossa, Tangenziale esterna di Milano, interconnessione con A4), oltre alla realizzazione delle stazioni di servizio e alla posa di un adeguato sistema di cartellonistica. Tutto sarà pronto – con un ulteriore investimento di 100 milioni di euro – per Expo. Anche se dobbiamo costantemente fronteggiare problemi burocratici e boicottaggi ingiustificati. In alcuni casi”, incalza il presidente uscente della Camera di commercio di Brescia, “per posare i cartelloni che indicano i punti di accesso alla A35 abbiamo dovuto ricorrere alle vie legali e ancora oggi non abbiamo modo di convincere i gestori della A4 che, in quanto titolari di concessioni pubbliche, sono obbligati a mettere gli automobilisti nella condizione di scegliere il percorso migliore. Noi”, precisa, “contestualmente alla realizzazione di Brebemi, abbiamo dovuto apportare migliorie alla viabilità ordinaria, pagando opere come le tangenziali di Urago e Calcio che di fatto sono alternative gratuite alla nostra”. Parole nette, che evidenziano lo scontro in atto con i concorrenti della A4 sul business milionario legato ai pedaggi e alle aree di servizio.

Bettoni, quindi, respinge con fermezza le illazioni di chi paventa il rischio di un crac finanziario (“falsità: tutto procede secondo il piano condiviso con le banche”) e le critiche sul numero degli utenti, che oggi – stando a quanto scritto dal quotidiano Repubblica – sarebbero meno di 20mila a fronte di un obiettivo previsto di 40mila. “Sono poco informati”, spiega, “abbiamo aperto in anticipo per testare l’opera e arrivare con il massimo dell’efficienza a primavera. L’obiettivo dei 24mila è fissato per gennaio e comunque non ci siamo lontani. Mi fa specie il tentativo di qualcuno di strumentalizzare in negativo la nostra efficienza. E comunque”, sottolinea, “stiamo già ottenendo risultati prodigiosi, con crescite nei flussi fino al 80 per cento. Vorrei ricordare che la Torino-Piacenza, dal 1972 al 1985 è stata praticamente deserta. Più di dieci anni. Mentre a noi certa stampa non concede nemmeno sei mesi”.

Infine la questione dei costi maggiori rispetto alla Milano-Venezia. “Non ha senso considerare solo il costo al chilometro del tratto a pagamento”, spiega Bettoni, “perché comunque chi parte da Brescia – a differenza della A4 – ha anche 18 chilometri, fino a Chiari, di percorso completamente gratuito. Inoltre”, chiosa, “il risparmio in termini di tempo vale molti soldi: se ci mette mezz’ora in meno, un padroncino che porta sei dipendenti a Milano ‘guadagna’ – tra andata e ritorno – un’ora per sei dipendenti: cioè sei ore di stipendi ogni giorno”.

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Redazione BsNews.it

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