L’aereo del capitano Mariangela Valentini, pilota di uno dei due Tornado del Sesto stormo di Ghedi che si scontrarono il 19 agosto scorso provocando la morte di quattro ufficiali dell’Aeronautica militare, non avrebbe dovuto trovarsi a quella altitudine, ma molto più in alto. Il tornado, secondo il programma di volo, avrebbe dovuto salire a quota 9mila piedi (2700 metri) e non ai 1000 dove invece è avvenuto lo schianto. A confermarlo la Procura militare di Verona, dopo gli accertamenti del caso. La Procura specifica anche che, benché sia stata rilevata questa discrepanza, questo "non significhi che si sia in presenza di una colpa". Come scrive il Giornale di Brescia, Enrico Buttitta, capo della Procura militare scaligera, sottolinea come il suo ufficio "è ben lungi dall’attribuire allo stato colpe o responsabilità all’uno o all’altro equipaggio: il pilota, infatti può avere mille ragioni di natura tecnica che lo possono indurre a cambiare l’altezza pianificata. Il pilota al momento del volo deve prendere in considerazione mille cose e può quindi decidere il da farsi". Intanto la magistratura di Ascoli, intestataria dell’inchiesta per l’ipotesi di disastro aereo colposo, ha messo in moto tutta una serie di consulenze tecniche per stabilire eventuali responsabilità.
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