“Poche volte alla politica è consentito portare a casa risultati. Noi l’abbiamo fatto”. Così ha esordito il presidente uscente della Provincia Daniele Molgora questa mattina, durante la conferenza stampa convocata in Broletto per tracciare il bilancio di quanto fatto nell’ultimo quinquennio. Prima di passare – nolente – il testimone a Pier Luigi Mottinelli (Pd).
L’esponente del Carroccio, nell’occasione, ha sottolineato con orgoglio di aver sistemato i conti dell’ente. Nel 2008, infatti, il Broletto aveva 510 milioni di euro di mutui, 65 milioni di debiti verso i fornitori e 110 milioni in cassa. Oggi i debiti per mutui sono scesi a 425 milioni, quelli verso i fornitori sono stati azzerati e i milioni in cassa sono saliti a 170. Il tutto riducendo le imposte, finanziando opere avviate dalla precedente amministrazione (come la Tangenziale Sud) e mettendone sul piatto un centinaio per opere nuove (55 per la sola strada della Valsabbia). E “nonostante il soprintendente che spesso si è dimostrato un ostacolo burocratico per lo sviluppo delle attività”.
Ancora, Molgora ha sottolineato di aver appostato 14 milioni (su 120 in parte corrente) per “risolvere il problema dei disabili nelle scuole superiori”. Poi è tornato ad attaccare il governo sulla riforma che ha trasformato le province in enti di secondo livello. “Avrei evitato volentieri l’onore di essere l’ultimo presidente della Provincia di Brescia eletto dei cittadini: mi sarebbe piaciuto confrontarmi con il voto popolare per un secondo mandato”, ha spiegato, “e comunque sono facile profeta nel dire che a breve i bresciani rimpiangeranno il vecchio ente”. L’esponente del Carroccio, in particolare, ha puntato il dito contro il fatto che “a decidere tutto saranno una manciata di Comuni, mentre la Provincia dovrebbe essere un ente terzo rispetto alle amministrazioni locali e rappresentare la sintesi delle esigenze del territorio”. Quindi ha evidenziato che il suo successore potrebbe avere qualche difficoltà a gestire l’operatività dato che Mottinelli “potrà passare qualche delega al suo vice, ma non attribuirne ai consiglieri”.
Alla conferenza erano presenti anche il vicepresidente Giuseppe Romele, Stefano Dotti (Ambiente), Giorgio Prandelli (Edilizia scolastica), Silvia Razzi (Cultura e turismo), Mariateresa Vivaldini (Lavori pubblici), Corrado Ghirardelli (Innovazione) e Fabio Mandelli (Protezione civile).
Da segnalare, in particolare, l’intervento di Romele. “Io ho votato la riforma delle Province alla Camera dei deputati, ma sono cosciente di aver fatto passare una riforma che non è favorevole per i territori”, ha sottolineato il parlamentare di Forza Italia, “in qualsiasi caso bisogna aver fiducia nel futuro. Segnalo, in particolare, che nel nuovo ente ci sarà un elemento di continuità con la candidatura di Mariateresa Vivaldini (Ncd) nella lista di Mottinelli. E mi auguro che la futura amministrazione sia in grado di coinvolgere la vecchia nella stesura dello statuto”. Parole che hanno subito animato la polemica. “Mi dissocio completamente da quello che ha detto Romele”, è sbottato Mandelli (Fratelli d’Italia), “e prendo atto che la divisione fra Forza Italia e Nuovo Centrodestra è solo virtuale”.
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