Una semplice formalità, la ratifica di un passaggio obbligato dettato dallo Statuto interno del partito: Denis Verdini, responsabile nazionale di Forza Italia, ha firmato la sospensione di Margherita Peroni.

Margherita Peroni aveva contestato la scelta di Forza Italia di costituire con il Pd una lista unica per le elezioni per la Provincia di Brescia del 12 ottobre, con il candidato presidente (leggi la notizia). Da qui la decisione dell’ex assessore di raccogliere le firme per una lista differente, appoggiata dal collega consigliere comunale Giorgio Maione. In una nota la Peroni commenta così: «I partiti, anche il mio partito, si fondano su valori, programmi e regole. Per quanto riguarda i valori e i programmi ho chiesto ripetutamente e inutilmente alla dirigenza del partito di permettere un confronto interno che non si è mai voluto fare. Il coordinamento provinciale è stato convocato solo il giorno successivo alla sottoscrizione definitiva dell’accordo con il Pd, quando cioè la decisione era stata presa e non si poteva più cambiare. A cosa serve dissentire quando la scelta è fatta? I nomi dei candidati di Fi li abbiamo letti sui giornali perchè al Coordinamento provinciale non sono stati comunicati. Ho chiesto che gli amministratori di Fi e i simpatizzanti fossero ascoltati e che si esplicitassero i criteri per la scelta delle candidature. Come si è pensato di coinvolgerli? Inviando loro una lettera in cui si dice come devono votare. Più che una sollecitazione, mi sembra una provocazione».   

Mariastella Gelmini, coordinatore regionale di Forza Italia che ha avallato la richiesta di sospensione avanzata dal segretario Mattinzoli, ha commentato parlando di ineluttabilità del provvedimentofirmato da Verdini: «Quando un dirigente di partito raccoglie le firme per una lista avversaria, si estromette da sé: la sospensione è una semplice presa d’atto, una conseguenza naturale. Non si tratta di punire il dissenso, sempre legittimo. Peroni è andata oltre il dissenso: ha disatteso la linea assunta dalla maggioranza del partito sul territorio e ha promosso, organizzato e sta tuttora sostenendo una lista avversaria».

La Peroni però non è certo intenzionata a deporre le armi: «La sospensione, che è stata voluta dal coordinatore provinciale Mattinzoli e dalla coordinatrice regionale Gelmini, è illegittima, cioè non ha efficacia. Lo statuto prevede che ci siano dei Probi viri che permettano un contraddittorio, esaminino e giudichino i fatti. I probi viri regionali non sono mai stati nominati e neppure i nazionali. Il problema esiste ed è politico: riguarda la linea che la Dirigenza provinciale e regionale ha adottato e la conduzione del partito. Per il bene di Forza Italia, che è e resta anche il mio partito, la questione non si può affrontare sul piano regolamentare, ma sul piano che gli è proprio cioè quello politico». 
(a.c.)

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Redazione BsNews.it

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