Linea dura, non per punire "furbetti" o indigenti ma per tutelare i diritti di quanti pagano, magari facendo i salti mortali per trovare i soldi necessari. Stiamo parlando del Comune di Castrezzato che, alcuni anni dopo, percorre la strada del sindaco Lancini ad Adro e annuncia di non erogare più i pasti alla scuola dell’infanzia statale a quanti non corrisponderanno i pagamenti per i buoni mensa.
L’annuncio è del sindaco stesso, Gabriella Lupatini, che sulle colonne di Bresciaoggi, dove è riportata la notizia, spiega i motivi che hanno portato alla decisione: «Se le famiglie non pagano la retta, i loro figli non potranno sedersi alla mensa della materna».
Come si è arrivati ad accumulare un arretrato di 4mila euro di pasti non pagati? «Molti genitori sanno che con il nuovo sistema di pagamento elettronico attraverso la banca servono alcuni giorni per verificare le quietanze e ne hanno approfittato continuando a mandare i figli alla mensa senza aver versato il dovuto. Il disavanzo è andato così aumentando. La mensa non è un servizio di Stato, visto che le famiglie con 10 euro al giorno possono affidare i loro bambini all´asilo, e questo è già un regalo immenso del servizio pubblico. I pasti invece li devono pagare e costano 4,50 euro, ma possono pur sempre farne a meno portando a casa i figli per il pranzo. Sono riuscita a recuperare quasi tutti i 4 mila euro a furia di telefonate e insistenze. Volete sapere chi non paga? Anche gli italiani, non solo famiglie povere o di immigrati in difficoltà, ma persino qualche coppia che poi va in giro con una costosa berlina e manda spasso i bambini con biciclette all’ultimo grido. L’equità è fondamentale e questa gente deve sapere che presto provvederemo alla verifica degli Isee».
Un sindaco dal cuore di pietra? Gabriella Lupatini dice di no: «Capisco che non sia così facile far uscire un bambino che non paga e non è nemmeno la mia intenzione, ma non è nemmeno corretto mettere in difficoltà il corpo docente che si trova la sorpresa di bambini in mensa di fatto non previsti non essendo in ordine con i pagamenti. Torno a ripetere che è una questione di rispetto e di giustizia sociale: se i genitori sono fuori per lavoro hanno evidentemente le risorse per pagare la mensa, se invece purtroppo sono a casa e senza lavoro avranno almeno il tempo per ritirare in pausa pranzo il proprio figlio e farlo mangiare a casa».
(a.c.)
Si è tenuta nei giorni scorsi presso la sede di Confartigianato Brescia di via Orzinuovi 28 l’elezione…
Sono pesanti le presunte irregolarità contestate dalle forze dell'ordine a un'azienda tessile di Prevalle alla…
«Ogni infortunio, fino alle ultime intollerabili disgrazie avvenute nelle ultime settimane sul nostro territorio, interrogano…
Domenica 12 maggio torna il “Pic Nic d'epoca - Le déjeuner sur l'herbe”, evento organizzato…
Caos e code nelle farmacie bresciane dopo che la Regione ha fissato nel 30 marzo…
La maggioranza di Salò finisce a pezzi e si apre dunque la possibilità che, dopo…