"Alla fine quella montagna del Ministero delle Politiche agricole, già sepolto con esito referendario dalla volontà dei cittadini nel 1993, ha partorito un minuscolo topolino. Il decreto Terre vive, propagandato come la calamità in grado di attirare i giovani in agricoltura, metterà in vendita ben 250 ettari di terreno in tutta la Lombardia. Anzi, se calcoliamo che il 20 per cento delle aree non potrà essere alienato, ma concesso in affitto, per i giovani agricoltori lombardi si prospettano opportunità per l’acquisto di 200 ettari. Praticamente una riproduzione in scala della pampa argentina". Sceglie l’arma dell’ironia l’assessore all’Agricoltura della Lombardia Gianni Fava, per commentare la misura del Governo per assegnare i terreni demaniali agli imprenditori agricoli Under 40.
"Apprendo da un articolo del Corriere della Sera che, di questi poco più di 250 ettari in procinto di essere alienati e affittati in tutta la Lombardia, ben 137 sono in provincia di Lodi, altri 40,5 sarebbero in provincia di Sondrio, 29 a Pavia, 26,5 a Mantova – elenca Fava -. Per non parlare dei 5,6 ettari in provincia di Brescia, fra le prime province agricole a livello nazionale, o dei tre ettari a Cremona. Il Governo e il Ministero delle Politiche agricole pensano di attrarre giovani con queste superfici agricole, magari anche da livellare o rendere idonee alla coltivazione? Con che coraggio spacciano una simile operazione, ai limiti dell’inutilità, per un sostegno ai giovani?".
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