Con una nota l’ex assessore del Pd Claudio Bragaglio torna ad attaccare il centrodestra per l’opposizione alla riforma che ha istituito a Brescia i consigli di Quartiere. Nel testo Bragaglio stigmatizza la contrarietà di Pdl e Lega all’introduzione del voto per stranieri e sedicenni. E accusa le due forze politiche di tenere un atteggiamento contraddittorio visto che “alcune delle cose contro cui si son scagliati in Consiglio (lista unica, consulte di Quartieri, voto a tutti gli anagraficamente residenti, quindi anche agli stranieri…) le ha proposte nel 2011 proprio la Giunta Paroli”.

ECCO IL TESTO DEL COMUNICATO

Ci sarà modo per ritornare sulla delibera dei Quartieri, che mi sembra risulti del tutto convincente. Mi limito per ora ad un aspetto che riguarda la “radicale” contrarietà del Centro Destra al voto dei sedicenni. Una pregiudizialità “tutta politica”. Si sono scomodate improprie motivazioni di legge, dimenticando che i Consigli di Quartiere sono organi non amministrativi, ma consultivi. Quindi ben diversi dalle Circoscrizioni che il ministro Calderoli ha cancellato. Ed ineccepibile è il parere di legittimità dato dal Segretario Generale, dott.ssa Barilla. Come da Delibera, il Regolamento riguarda” il funzionamento delle consulte territoriali denominate consigli di quartiere”. Strumentale, quindi, la polemica del Centro Destra, che neppure s’è accorto che da anni a Brescia operano Consulte tematiche composte da Associazioni che hanno soci, con età anche di 16 anni, che eleggono propri rappresentanti nelle Consulte stesse. Come da Regolamento, confermato sul punto, anche dopo la riformulazione fatta dall’assessore Rolfi, nel 2010. La materia è di stretta attinenza comunale. La minaccia d’un ricorso al TAR è quindi del tutto priva di senso. O motivata da una magnetica attrazione per la sfida al ridicolo Questo atteggiamento di ostilità verso i giovani non trova riscontro in altre città, dove il Centro Destra ha condiviso scelte diverse o non ha mosso particolare obiezioni. Com’è avvenuto in comuni del Trentino o della Toscana. Come a Ravenna, dove Lega e PDL si sono astenuti sul provvedimento che prevede sia il voto a stranieri residenti che quello per i sedicenni. Per non dire poi in Emilia Romagna dove la Lega ha votato tre mesi fa una proposta legislativa a favore del voto ai sedicenni sia per le elezioni regionali che per le amministrative. Da noi si brandisce invece la minaccia del TAR. Al riguardo, per un’expertise sulla torsione del ramoscello del cavillo, insuperabile è l’avv. Maione. Egli ci aveva già intrattenuti sostenendo, nel tentativo di delegittimare il voto sulla riforma delle Circoscrizioni del 2007, di non aver ricevuto regolare convocazione cartacea del Consiglio, a cui stava peraltro partecipando! Per non dire poi dei sei mesi di boicottaggio fatto dall’opposizione nelle Commissioni consiliari. Non c’è da stupirsi. Il domani sarà come l’ieri. Idee cangianti. Due referendum contro il Metrò e poi via con l’elmetto in testa a tagliare nastri e nastri di partenza. Basta la pazienza d’un momento. Bene ha fatto il Sindaco Del Bono a tener fermo anche il “no al quorum”, che – con questo clima – sarebbe stato utilizzato come elemento di ricatto da parte del Centro Destra per chiamarsi fuori, nel tentativo di far fallire l’intera operazione dei Quartieri. Un po’ di pazienza, poi arriverà la “strambata”, come quella dei 5 presidenti circoscrizionali di Centro Destra che, dopo aver boicottato la riforma bresciana del 2007, l’hanno osannata portandola in giro per l’Italia, come una “madonna pellegrina”, per salvarsi dalla mannaia di Calderoli. Attendiamo quindi tranquilli nuove strambate o capriole, anche perché alcune delle cose contro cui si son scagliati in Consiglio (lista unica, consulte di Quartieri, voto a tutti gli anagraficamente residenti, quindi anche agli stranieri…) le ha proposte nel 2011 proprio la Giunta Paroli. Smemoratezze. Ma un po’ di “pregiudiziali” potevano farsele pure contro se stessi. Infine il “fanalino di coda” di F.I a Brescia. Il Regolamento delle primarie PDL per l’indicazione del capo del Governo prevede il voto ai sedicenni. Insomma, i sedicenni per F.I. son ritenuti “maturi” per indicare Berlusconi alla presidenza del Consiglio, ma “non maturi” per indicare un signor Mario Rossi nella Consulta del proprio Quartiere! Evidentemente c’è un qualcosa che ha a che fare non con la politica, ma con le capacità paragnostiche del leader….

Claudio Bragaglio

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Redazione BsNews.it

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