Astori (Aib) risponde alla Fiom: basta lamentele, servono proposte concrete
Con un comunicato il vice-presidente per le relazioni industriali di Aib, Fabio Astori risponde alle dichiarazioni del segretario generale della Fiom di Brescia, Fracesco Bertoli, sul futuro del mondo del lavoro e l’emergenza sociale che ne deriva.
DI SEGUITO IL TESTO INTEGRALE DEL COMUNICATO:
Sorprendono le dichiarazioni del Segretario Generale della Fiom di Brescia riportate dalla stampa locale di ieri. Da un lato perché Francesco Bertoli sa che a Brescia il sistema delle imprese ha mostrato grande senso di responsabilità di fronte all’emergenza sociale. Dall’altro perché emerge con chiarezza che sui risultati della contrattazione le opinioni sono molto diverse.
Non sempre gli accordi raggiunti hanno massimizzato i risultati possibili e sono ancora troppe le richieste inevase di realtà produttive alla ricerca di un maggior utilizzo degli impianti e una diversa gestione degli orari di lavoro. Così come nell’affrontare le crisi aziendali si registrano tuttora a Brescia posizioni sindacali incomprensibili, che non hanno riscontro altrove e creano un ingiustificato gap competitivo.
Del resto proprio la gravità della situazione sta dimostrando che quanto fatto fino ad ora non è sufficiente, che si impone uno sforzo ulteriore per attrarre investimenti, alimentare la ripresa economica e assecondare le trasformazioni strutturali. Abbiamo provato a ridare slancio al dialogo, promuovendo tavoli di confronto con il sindacato, tra cui proprio quello metalmeccanico con cui poter condividere, in una visione complessiva, le esigenze emergenti e le possibili soluzioni.
Ebbene, la Fiom ha scelto di disimpegnarsi da quel confronto, affermando aprioristicamente che non avrebbe prodotto risultato alcuno e dando così ragione a chi, all’estero, non perde occasione per evidenziare il ritardo storico del sindacalismo italiano. E’ davvero troppo poco lamentare i gravi effetti della crisi su salari e occupazione, sottraendosi però alla responsabilità di fare proposte concrete, di condividerle e di agire congiuntamente per realizzarle. La Fiom è stata uno dei protagonisti della storia sindacale italiana, ma oggi mostra evidenti difficoltà ad adeguare le proprie strategie al mutato contesto. Ne derivano battaglie meramente difensive, arroccamenti su posizioni anacronistiche, incapacità di risposta alle domande di un mondo produttivo in crisi e in rapido mutamento.
Credo sia solo una delle tante distorsioni prodotte da un’azione sindacale piegata alle logiche della politica. Un’azione che non si limita a fare proprie le istanze dei lavoratori, ma le inquadra in una prospettiva ideologica. Alimentando così una dialettica sociale sempre più convulsa e penalizzando l’intero sistema di relazioni industriali, cui non si può chiedere di affrontare l’emergenza della crisi con la zavorra degli equilibrismi politici.