Un tempo bruciavano esclusivamente nella terza linea, ora sono spalmate su tutte e tre. Stiamo parlando delle cosiddette biomasse, o meglio: quelle che la Loggia chiama biomasse e invece i portavoce del Coordinamento dei Comitati ambientalisti Lombardia chiamano rifiuti speciali. E’ un vero e proprio scontro quello che è in atto tra il Comitato e il Comune di Brescia, con tanto di botta e risposta tra il portavoce Marino Ruzzenenti e l’assessore all’Ambiente Gianluigi Fondra.
Nella conferenza stampa convocata ieri mattina dal Comitato, presenti oltre a Ruzzenenti anche Imma Lascialfari, Ezio Corradi, Josè Savoldi, Massimo Cerani, Maurizio Bresciani e Ugo Cavagnini della Collina dei castagni di Castenedolo, si è puntato il dito contro ciò che la Loggia consentirebbe ad A2A di bruciare nel termoutilizzatore di Lamarmora sotto il nome di "biomasse", cioè rifiuti speciali costituiti prevalentemente da plastiche e rifiuti di cartiere contenenti cloro, materiale codificato come «191210» e «030307». Gra parte di questo materiale arriverebbe a Brescia da fuori provincia, e la società A2A verserebbe nelle casse della Loggia circa 2 milioni e 800 mila euro all’anno come compensazione.
L’assessore Fondra rigetta tutte le accuse garantendo che la salute dei cittadini è ciò che più sta a cuore al Comune, e anticipa che presto sul sito internet dell’ente ci sarà una lunga relazione tecnica che scioglierà ogni dubbio.
(a.c.)
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