All’arrivo della lettera di risposta da parte del capo di Gabinetto del Ministro ai Beni Culturali sulla questione “Bigio sì, Bigio no”, i richiedenti del gruppo “FreeBigio” (gruppo nato da poco più di un mese con già oltre 1800 “mi piace”, ndr) hanno intravisto uno spiraglio di luce che fa loro sperare in una possibilità di riaprire il dialogo con il mondo istituzionale. O almeno così sembra dal post che annuncia l’arrivo della risposta romana a quella che è diventata di fatto una “questione bresciana”. Sulla pagina del gruppo i fondatori scrivono infatti: “È arrivata la risposta del Ministero alla nostra lettera!!!! Anche loro, come noi, sono a favore di un confronto e dibattito con le istituzioni e la comunità cittadina per trovare una soluzione condivisa! W FreeBigio”.
In realtà, se non bastasse il commento lasciato dall’ex assessore Labolani e primo sostenitore del ritorno del Bigio in piazza, a smorzare gli entusiasmi: “Questa e’ la solita lettera standard vediamo in aula cosa risponderà all’on. Corsaro che sarà molto più combattivo del rifondatore”, i FreeBigio dovrebbero ricordare le parole messe nero su bianco dal ministro Franceschini quando è stato chiamato ad esprimenre il proprio parere sulla questione: “Questo Ministero è consapevole che non si possa prescindere in alcun modo dalla sensibilità e dai sentimenti della città, quali espressi dal sindaco, ricordando che Brescia subì, in una stagione cupa della storia d’Italia, una ferita tuttora sanguinante ad opera di un terrorismo che tanti elementi inducono a ricondurre alla matrice neofascista”. Insomma, la questione è ancora aperta.
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