Categories: Cronaca

Dal 12 giugno al 12 luglio distribuzione anelli per richiami vivi

Per un mese, dal 12 giugno al 12 luglio, avrà luogo la seconda ed ultima sessione di distribuzione dei nuovi anelli inamovibili per i richiami vivi da caccia.

Questi nuovi anelli saranno lo strumento per l’identificazione di tutti i richiami vivi di cattura di cui all’art. 4 della legge 157/1992 e detenuti lecitamente.

E’ opportuno ricordare che la presenza dell’anello costituirà la scriminante rispetto al reato di cui all’art. 30, lettera h), della medesima legge 157/1992. Infatti, con la sentenza numero 46228 del 23 ottobre 2013, la Corte di Cassazione ha riconosciuto come reato la detenzione di richiami vivi non inanellati o con anelli contraffatti, mentre con la sentenza n. 325 del 20 novembre 2012, il Tribunale di Bergamo ha riconosciuto agli anelli la caratteristica di “pubblici sigilli”.

Anche questa volta la distribuzione sarà curata da personale della polizia provinciale ed avverrà all’interno di uffici situati nel Capoluogo e nelle sedi periferiche appositamente individuate, quindi in luoghi diversi da quelli dove si trovano i richiami vivi.

Pertanto, in tali uffici gli interessati si presenteranno per riconsegnare i vecchi contrassegni (rimossi dai richiami vivi detenuti) e, in pari numero, ritirare i nuovi anelli.

I vecchi contrassegni sono costituiti da fascette di plastica auto stringenti, il cui colore cambia a seconda dell’epoca in cui sono state distribuite (rosse, verdi e bianche).

Poiché il presupposte della sostituzione è che la fascetta fosse stata effettivamente applicata ad un richiamo vivo attualmente detenuto, al momento della riconsegna essa deve necessariamente presentarsi come stretta e tranciata.

Durante la precedente sessione vi sono stati casi in cui gli interessati hanno esibito anelli che non potevano essere stati tolti da richiami vivi di cui era ancora in possesso (fascette di colore rosso, risalenti ad epoche incompatibili con la vita dell’avifauna; fascette di colore rosso o verdi integre, cioè mai applicate; fascette di altra natura, come quelle da elettricista o giardiniere).

Ancora non si conosce l’orientamento dell’Autorità giudiziaria, ma proprio perché la Regione ha stabilito che la distribuzione dei nuovi anelli doveva avvenire attraverso le polizie provinciali, come a voler dare un crisma di legalità dell’intera operazione, il personale preposto, in quanto rivestente la qualità di agente di polizia giudiziaria, non potrà non tener conto di condotte che potrebbero configurare, ad esempio, il reato di tentata truffa.

Pertanto, se gli interessati si presenteranno ancora con fascette mai utilizzate, di colore incompatibile o di altra natura, non solo si vedranno respingere la richiesta di sostituzione, ma determineranno l’avvio degli accertamenti del caso, compresa la verifica incrociata con i dati contenuti nelle autocertificazioni.

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Redazione BsNews.it

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