“Non c’è più tempo!”. E’ un vero e proprio allarme quello che viene lanciato dal "Centro per l’integrazione scolastica dei non vedenti e ipovedenti" di Brescia. Mentre entro il prossimo Il 7 luglio Stato e Regioni dovrebbero provvedere a determinare con precisione quali funzioni attribuire ai nuovi “ Enti di area vasta” che andranno a sostituire le Provincie, resta il buco nero sul futuro dell’assistenza ai disabili sensoriali sinora in capo agli enti in via di soppressione. “È quindi necessario – scrivono Cisl Funzione Pubblica e FP Cgil in una lettera alle istituzioni – che chi ha interesse e responsabilità si attivi per salvare il Centro e consentire a questo servizio ed agli operatori che lo erogano di continuare a svolgere il proprio lavoro nell’interesse dei suoi utenti”.
Indirizzata a Regione, Provincia e Comune, a sindaci dei Comuni di residenza degli utenti del Centro, ai parlamentari e ai consiglieri regionali, la lettera – decisa al termine di un’assemblea del personale allargata ai genitori dei ragazzi fruitori dei servizi del Centro e alla quale ha preso parte anche la presidente dell’Unione Italiana Ciechi ed ipovedenti di Brescia – ricostruisce la storia della scuola e il suo radicamento nel territorio, sottolinea la qualità del lavoro svolto in questi anni e i risultati raggiunti.
“Una interruzione del servizio – conclude la lettera – arrecherebbe grave disagio ai giovani disabili sensoriali e verrebbe meno l’indispensabile contributo al sistema scolastico bresciano”. Per evitare il dissolvimento di un’esperienza sociale e didattica così rilevante, tutti i soggetti che ne sono oggi protagonisti “assicurano che eserciteranno ogni iniziativa, anche pubblica, di mobilitazione per ottenere la garanzia dei diritti dei ragazzi e delle lavoratrici e lavoratori del Centro non vedenti di Brescia”.
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