Una fotografia postata su Facebook dell’ex ministro Cecile Kyenge accostata a quella di un orango e accompagnata dal commento “dite quello che volete ma non assomiglia ad un orango, dai guardate bene” è costata una condanna per diffamazione, con l’aggravante della discriminazione e dell’odio razziale ad Agostino Pedrali, ex assessore ai Servizi Sociali del Comune di Coccaglio. A sentenziarlo è stato il Tribunale di Brescia. La sentenza, oltre a riconoscere nella condotta di Pedrali elementi evidentemente diffamatori, infatti, riconosce e applica l’aggravante della discriminazione e dell’odio razziale, prevista dalla legge Mancino.
La Camera del Lavoro di Brescia e la Fondazione Guido Piccini per i diritti dell’Uomo, che avevano espresso parole di forte critica nei confronti del post pubblicato dall’ex assessore, esprimono viva soddisfazione per la sentenza emessa dal Tribunale di Brescia. “Ancora una volta il Tribunale di Brescia dimostra una particolare sensibilità su questi temi, tutelando il diritto di ciascuno alla differenza – si legge in una nota della Cgil di Brescia -. La sentenza, inoltre, contribuisce a dare rinnovata forza al lavoro di chi, giorno per giorno, vigila affinché episodi simili non si ripetano”.
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