“Le cure compassionevoli, come dal dettato della Turco Fazio, non sono surrogabili in alcun modo con una sperimentazione scientifica di cui ancora non si conoscono i risultati come la somministrazione del metodo Stamina”. Così si è espresso stamattina il Giuseppe Pellicci, oncologo di fama internazionale, co-direttore scientifico dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, audito nell’ambito dell’indagine conoscitiva avviata dalla commissione sanità del Consiglio regionale sulla vicenda Stamina. Pellicci è stato cofirmatario, nel marzo 2013, di una lettera di denuncia al Ministero, insieme a venti suoi colleghi del mondo della ricerca e della medicina, nella quale si segnalavano le anomalie della sperimentazione avviata presso gli Spedali Civili di Brescia.
“Anche da questa audizione è emerso con evidenza un quadro preoccupante nell’ambito del mancato rispetto delle regole di validazione scientifica e delle mancate garanzie per i pazienti che si sottoponevano alle cure – ha detto la vicepresidente Sara Valmaggi – Pelicci ci ha fatto anzi notare come attraverso le cure compassionevoli si sia allentata qualsiasi forma di vigilanza regolatoria. Grave è che lo si sia fatto in un presidio pubblico e con denaro pubblico”. Pellicci ha confermato come nell’Istituto di cui è attualmente co direttore scientifico, lo IEO, non sarebbe potuto mai entrare il metodo Stamina, a carico del servizio sanitario pubblico con le modalità con cui è approdato ai Civili di Brescia: sarebbe stato fermato sia dal comitato etico che da quello scientifico anche, e non solo, per il fatto che non risulta chiaro il confine tra interesse commerciale e puro interesse di ricerca e cura”.
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