Cronaca

Salvatore D’Erasmo è Cavaliere di Gran Croce

La più alta onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana è stata conferita dal Presidente Napolitano al dottor Salvatore D’Erasmo, classe 1942, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, accogliendo la candidatura promossa da Confindustria.

Vive a Brescia da cinquant’anni esatti, il dottor D’Erasmo. Vi giunse giovanissimo – aveva da poco superato i vent’anni – ed a Brescia ha scelto di rimanere, nonostante le molte sirene che hanno cercato di portarlo altrove. Ha cominciato a lavorare in un ente pubblico, grazie alla sua maturità classica, ma ha continuato a studiare, con grande determinazione, per poi laurearsi a Pavia in Giurisprudenza. Ha lasciato il pubblico impiego, dove aveva raggiunto la dirigenza, per passare all’Associazione Industriale Bresciana, come funzionario. Un notevole passo indietro, ma necessario, come egli afferma, perché non sopportava il fatto che per fare carriera si dovesse prendere una tessera di partito o di sindacato. Ed ebbe ragione, perché dopo solo due anni Luigi Lucchini, allora presidente dell’AIB, lo nominò dirigente, e da lì partì una carriera straordinaria, che lo portò a svolgere ruoli di primissimo piano a Brescia, a Milano ed a Roma, passando attraverso la responsabilità delle relazioni industriali a Brescia, terra di durissimi conflitti, che seppe gestire con grande equilibrio ed eccellente professionalità, e sempre con grande correttezza e rispetto per gli interlocutori. Che lo hanno sempre apprezzato, pur nella fermezza con cui perseguiva gli obiettivi della sua organizzazione.

“Ho sempre lasciato il mio nome sulla guida del telefono, nonostante le sollecitazioni della Digos, dice A Bsnews.it, con un pizzico di civetteria, ma non ho mai ricevuto neanche una telefonata di molestia, nonostante la durezza dei confronti sindacali all’epoca”.

Quando assunse, nel 1993, la direzione dell’Associazione Industriale Bresciana, ereditò una situazione ampiamente compromessa. In quattro anni, collaborando con la presidenza decisa e determinata di Eugenio Bodini, seppe recuperare il deficit (circa 14 miliardi dell’epoca) e rilanciare l’Associazione, facendone un interlocutore autorevolissimo ed ascoltato in tutte le sedi istituzionali, politiche ed economiche, non solo a Brescia, ma anche a Milano ed a Roma. Brebemi deve molto, per la sua nascita, al dottor D’Erasmo.

All’inizio, quando incontrò, come portavoce di una delegazione dei presidenti di Assolombarda e di Confindustria Bergamo e di AIB, i capi di tutti i Gruppi parlamentari della Camera dei Deputati, ottenendone il consenso alla realizzazione, con l’abrogazione della legge che proibiva la costruzione di nuove autostrade. Successivamente, quando la partecipazione dei soci doveva essere definita, e tutto minacciava di crollare per le divisioni interne, durante una notte di travagliato e difficile lavoro, seppe escogitare una soluzione che mise tutti d’accordo. Per quel lavoro, all’AIB fu concessa, per iniziativa dei soci, una partecipazione in Brebemi dell’1%, a prezzo storico, meramente nominale.

Assoenergia, di cui il dottor D’Erasmo era Amministratore delegato, concepì e promosse l’interrompibilità della fornitura di energia elettrica ai grandi consumatori (siderurgia in primis) che consentì la salvezza del settore siderurgico e metallurgico. Interrompibilità che ancora produce i suoi effetti, e che ha consentito, negli anni, risparmi per migliaia di miliardi di euro, nonché recupero di competitività per il sistema industriale italiano, soprattutto quello energivoro, altrimenti soccombente per il gap energetico. Ha contribuito non poco alla creazione del consenso che ha permesso la realizzazione di opere importanti per la città, come il termovalorizzatore per l’incenerimento dei rifiuti, e la Metropolitana, recentemente entrata in funzione, contribuendo a realizzare la convergenza dei consensi. In Confindustria, e nelle sue più importanti federazioni di categoria, come federmeccanica e Federtessile, ha ricoperto posizioni di primo piano, dal Comitato Scientifico al Comitato per l’Organizzazione, dal Comitato per le Relazioni industriali al Comitato per l’Education.

Dopo l’uscita dall’AIB, nel 2005, ha collaborato con Emma Marcegaglia, accompagnandola nella campagna che l’aveva portata alla presidenza di Confindustria – così come aveva fatto per Montezemolo durante la presidenza di Aldo Bonomi -divenendone poi suo consulente. Ha costituito, nel 2010, Confindustria in Bosnia Erzegovina, organizzazione nata per sostenere gli imprenditori italiani che hanno investito in quel martoriato paese, e per creare le condizioni per la valorizzazione ulteriore della collaborazione economica tra i due paesi. Ha assunto, nel 2011, la carica di componente del Comitato di Presidenza di Confindustria Balcani, organizzazione che opera su uno scacchiere di oltre 70 milioni di abitanti, per creare opportunità di interscambio reciprocamente soddisfacenti, anche sul piano dei sistemi-paese. Non si è ancora fermato, però. Fedele all’impegno che ha con se stesso, di fare cose sempre nuove e stimolanti, è ora impegnato in un nuovo progetto, nell’ambito di nuovi materiali che dovrebbero costituire una valida difesa in caso di terremoti.

Non ne parla adesso, pur essendoci già positive e concrete esperienze, in attesa delle prove in fase di avvio con l’Università di Pavia, una eccellenza italiana in questo campo in ambito europeo. Così come fa un rapidissimo accenno a novità importanti nell’ambito della fonoassorbenza e della lotta all’umidità, con nuovi materiali destinati ad essere un decisivo ed innovativo passo avanti in questo settore, come dice con l’entusiasmo di chi, anziché sentirsi al termine di una vita lavorativa carica di soddisfazioni e di appagamenti, affronta nuove sfide come se fosse sempre la prima e la più importante.

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Redazione BsNews.it

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