Il rischio di strumentalizzazioni è forte, per questo è bene innanzitutto precisare che la manifestazione di protesta era stata regolarmente autorizzata. Attimi di tensione non sono mancati, e sono quelli che hanno causato il malore fatale, ma sarebbe ingiusto fare il collegamento diretto tra questi e la morte di Roberto Gerardi.
Il fattaccio è accaduto domenica, quando un gruppo di attivisti animalisti aveva organizzato all’esterno del Circo di Praga una protesta contro lo sfruttamento degli animali. Il Circo in questi giorni è allestito nei pressi del casello autostradale di Rovato, in territorio comunale di Cazzago San Martino. A discutere con gli animalisti era presente tra gli altri anche Roberto Gerardi, da decenni impegnato in vari circhi importanti, l’ultimo dei quali quello di Praga, nel quale gestiva un complesso musicale. Durante uno scontro verbale con gli animalisti, Gerardi ha accusato il malore che l’ha portato alla morte, avvenuta ieri pomeriggio presso l’ospedale di Chiari dove era stato ricoverato d’urgenza.
Commentando l’accaduto, non senza prima aver espresso il profondo rammarico per la morte dell’amico, il presidente dell’Ente nazionale circhi, Antonio Buccioni, getta non poca benzina sul fuoco della polemica utilizzando termini quali ingiuria, diffamazione, calunnia, intimidazione quasi fisica, quando si riferisce alle proteste che sempre più spesso si accaniscono contro i lavoratori del circo.
Riportiamo le forti parole di Buccioni: "Nell’esprimere, com’è naturale, a nome mio personale, del consiglio direttivo Enc e di tutta la categoria, un fraterno abbraccio alla famiglia, io che sono non solo contrario, ma quanto di più ostile alla speculazione e alla enfatizzazione di circostanze che potrebbero apparire assolutamente casuali e fortuite, non esito oggi a dichiarare Roberto Gerardi il primo martire italiano dell’odio animalista nei confronti della gente del circo. Credo che molti, specie se hanno partecipato a quella manifestazione, nel momento in cui si guarderanno davanti allo specchio, dovrebbero provare ribrezzo e vergogna per quello che più o meno consapevolmente hanno comunque prodotto o contribuito a generare. E mi auguro che le autorità competenti facciano piena luce sull’accaduto, perché sarebbe oltretutto una violenza che si aggiunge alla violenza, attribuire a qualcosa che assomiglia alla fatalità quanto è accaduto domenica a Rovato. Probabilmente un buon padre di famiglia, ha accusato in maniera irrimediabile da un punto di vista cardiaco, una sequela di epiteti e di insulti rivolti a sé e ad una famiglia che da un secolo e oltre onora la tradizione del circo italiano."
Parole dure che avranno certamente un seguito, ma prima, oggi alle ore 14 nella parrocchiale di Cazzago San Martino, ci sarà spazio per il dolore nel ricordo di Gerardi.
(a.c.)
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