Strage di Piazza Loggia, Arcai: ho perdonato da tempo chi mi ha accusato ingiustamente

"Ho perdonato da tempo persone coinvolte nella mia vicenda". La vicenda è la strage di piazza Loggia, a dichiarare queste parole è l’ex assessore alla cultura Andrea Arcai che in una lunga intervista al Corriere della Sera ripercorre quel periodo difficile durante il quale finì in carcere con l’accusa di aver fatto parte di coloro che misero quella maledetta bomba. L’ex assessore ricorda che aveva 15 anni: quel giorno, il 28 maggio 1974, era in gelateria perché a scuola c’era sciopero e un suo amico lo avvisò della bomba. Conosceva alcuni di quei giovani che furono accusati e lui stesso ci finì in mezzo . Lo arrestarono mentre andava a scuola. "Stavo andando a scuola con la mia fidanzatina, si avvicina un uomo con un’agenda in mano, la apre, mi mostra una tessera, dice di essere un capitano dei carabinieri, io dico alla mia ragazza mi arrestano, avverti subito mio padre. Faccio sette giorni d’isolamento in attesa dell’interrogatorio". Ricorda dei lunghi interrogatori e delle domande insistenti: "Dovevo sapere cosa avrebbe fatto quella notte Silvio (Silvio Ferrari che fu ucciso 10 giorni prima della strage dalla bomba che portava sulla Vespa), dovevo aver partecipato al ritrovo al bar “Dei miracoli” prima che Buzzi, Papa o Bonati – era il gioco delle tre carte – andassero a mettere la bomba, avrei brindato con gli altri al buon esito. C’erano parti civili che si rendevano conto che qualcosa non andava, come l’avv. Pippo Apicella che mi conosceva fin da bambino. Si creò una linea che non si riconosceva in quella del pubblico ministero".

Dopo tre mesi e mezzo di carcere Arcai si trasferisce a Parma e inizia a frequentare l’università. Affronterà il processo e verrà prosciolto. "È allucinante quel che è successo. Se il disegno era sottrarre l’inchiesta a mio padre avrei potuto in qualche modo farmene una ragione. Invece era successo tutto perché i testimoni si erano fatti 4-5 mesi di galera per niente o per aver raccontato solo bugie".  All’inizio medita di fare causa a Delfino, ma poi ci ripensa: "Disse di essere convinto che io c’entrassi con la strage. Ho perdonato da tempo persone coinvolte nella mia vicenda. Mi restava un conto aperto con Delfino. Il mio avvocato, mio fratello Sergio, mi ha convinto che non aveva senso andare avanti". E proprio Delfino gli manderà poi una lettera di scuse.

Si augura che la vicenda giudiziaria faccia più chiarezza e insieme alle vittime si augura che non vengano dimenticati anche gli imputati innocenti: "…penso che sia giusto anche ricordare che molte persone nelle inchieste, soprattutto la prima, sono state coinvolte innocenti – può capitare, il magistrato è un uomo e può sbagliare – ma coinvolte apposta, per piegarle a un assioma che non poteva essere dimostrato, perché senza quelle voci di prove non ce n’erano". 

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Redazione BsNews.it
Tags: Andrea Arcai

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