Categories: Cronaca

Corte Franca, il sindaco toglie le pistole agli agenti della Locale e li maanda dallo psicologo

Sono coloro che in primis dovrebbero tutelare l’incolumità dei cittadini, ma a quanto pare una pistola nelle loro mani non sarebbe una buona cosa. Gli agenti della Polizia Locale di Corte Franca sono stati letteralmente disarmati dal loro primo cittadino, e per riavere le pistole dovranno ottenere il via libera dallo psicologo incaricato di analizzarli.

La situazione nel comune franciacortino è di estrema tensione, e viene portata alla ribalta dal sindacato Sulpm al quale si sono rivolti due degli agenti. A parlare, sulle colonne di Bresciaoggi nel numero odierno, dove è apparsa la notizia, sono due dei diretti interessati, il primo cittadino e il segretario provinciale del sindacato. 

Il sindaco Giuseppe Foresti: «La disposizione di togliere le armi a tutti gli agenti di Polizia Locale emessa alcuni mesi fa è momentanea e non definitiva, ed è dovuta a situazioni critiche che si sono verificate nei mesi scorsi alle quali andava data una risposta. A tutela di tutti era giusto prendersi un momento di riflessione. Non intendo entrare nei dettagli ma lo farò in futuro se necessario. Da parte nostra siamo tranquilli: abbiamo cercato di operare nel rispetto di tutti volendo ragionare sul ruolo e sui compiti della Polizia municipale. Mentre lavoriamo per trovare soluzioni ad una vicenda delicata, la Polizia locale può continuare il suo lavoro laddove non serva l’ausilio dell’arma». 

Indignato invece il segretario provinciale Sulpm Alessandro Mattanza: «La cosa che ha destato una sorpresa incredibile è stato l’ordine del sindaco di riconsegnare le armi in dotazione agli agenti di Polizia locale, a seguito di alcuni fatti che hanno destato, nella coscienza dell’Amministrazione, la preoccupazione che qualche agente potesse usare le armi nei confronti della cittadinanza. O meglio, come si legge nella disposizione del sindaco, "a tutela dei cittadini e degli agenti stessi". Cosa ancor più grave è che le armi sono state depositate in una cassaforte in un ufficio civile che non è sorvegliato dalla polizia locale: anzi, le chiavi della cassaforte sono a disposizione di dipendenti civili. Oltre che alla battaglia legale siamo pronti anche a rivolgerci alla Prefettura e a tutte le autorità, compresa quella Giudiziaria per tutelare e difendere i nostri associati».
(a.c.)

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Redazione BsNews.it

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