Che la coscienza ambientale dei bresciani sia aumentata è fuori da ogni dubbio ma, stando a quanto riporta il Corsera di Brescia, di pari passo sono aumentate anche le analisi private sull’acqua che scorre dai rubinetti di casa e sulla terra dei giardini. Il problema sembra essere la fiducia, o forse sarebbe meglio dire sfiducia, che sempre più cittadini nutrono nei confronti delle analisi ufficiali.
Da qui la decisione di un numero sempre maggiore di cittadini, anche cinque casi in un mese contro l’assenza totale di qualche anno fa, che sono disposti a spendere anche 180 euro per sapere cosa scorre nei rubinetti di casa loro e che sostanze contiene la terra dove coltiviamo, magari, insalata e pomodori.
La preoccupazione è che nell’acqua ci sia cromo esavalente oltre i limiti consentiti e che la terra sia inquinata da pcb e diossine. Per ora non si può ancora definire una nevrosi da inquinamento, ma di certo i servizi realizzati da alcune trasmissioni televisive di carattere nazionale sulle fragilità ambientali di Brescia non hanno contribuito a creare un clima di fiducia tra i cittadini, ma chi può biasimarli?
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