Accolto ricorso di Bergamo, gara europea per la concessione del D’Annunzio

Tutto da rifare. La concessione quarantennale dello scalo monteclarenze a Catullo Spa non è legittima. Lo ha stabilito il Tar di Brescia, che ieri ha pubblicato la sentenza con la quale accoglie il ricorso di Sacbo, la società che gestisce l’aeroporto Orio al Serio di Bergamo. Ma quello di Sacbo non è l’unico ricorso presentato, ce n’è uno anche di Abem, la cordata bresciana nata nel 2007 per la gestione dello scalo, il cui socio di maggioranza è la Camera di Commercio. 

Proprio il presidente della Camera di Commercio, Francesco Bettoni, ha commentato a caldo la sentenza, le cui motivazioni non sono ancora state diffuse, esprimendo «profonda soddisfazione nell’apprendere che il Tar di Brescia ha accolto il ricorso presentato da Sacbo Spa contro il provvedimento di concessione a Catullo Spa, disponendo l’annullamento dell’atto concessorio ed ordinando alle autorità amministrative convenute di dar luogo senza indugio ad una gara pubblica, seguendo le regole comunitarie e nazionali».

Lapidario invece il presidente di Catullo Spa Paolo Arena: «Le sentenze non si commentano. Se non si condividono si impugnano». Con ogni probabilità è quello che la società veronese metterà in atto, un ricorso al Consiglio di Stato. 

Tutto dunque torna in gioco, con la speranza sia per Bergamo che per Brescia che possa effettivamente andare in porto la collaborazione che vedrebbe lo scalo di Orio al Serio cedere una parte dei voli cargo per puntare maggiormente sul trasporto passeggeri. Ma la gara che il Tar obbliga a stendere è di evidenza europea, e quello bergamasco potrebbe non essere l’unico scalo interessato a Montichiari (senza contare che alla gara parteciperebbe anche Verona).
(a.c.)