Dall’Australia a Berzo Demo, in Valle Camonica: questo il viaggio che hanno fatto, nel 2009, le scorie pericolose di una multinazionale australiana dell’alluminio. Un trasporto costato al continente 5 milioni di euro, che però ha evitato "questioni" in patria. Si tratta, scrive il Corsera, dei residui della demolizione di celle elettrolitiche per l’alluminio primario, quello estratto dalle miniere di bauxite australiane. Giunte alla Selca le scorie sono ferme in un capannone dal 2009 e, come hanno mostrato le telecamere della trasmissione di Raitre Presa Diretta lunedì 10 febbraio, sono esposte alle intemperie causando rivoli di acqua mista a polveri tossiche che finiscono nel fiume Oglio. Un disastro ambientalle sul quale ha dato l’allarme William Stival, l’investigatore del nucleo Forestale di Brescia che ha dato avvio all’indagine sulla Selca. Sembra che gli australiani non avessero impianti in grado di gestire quei particolari rifiuti e così si sono rivolti alla Selca che, però, non li ha mai trattati. Ora l’azienda è fallita e i rifiuti da oltre 4 anni, rimangono nel piccolo comune della Valcamonica.
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