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Caso Stamina, confusione tra i giudici: ciò che impone uno per un altro è reato

Il Commissario Straordinario dell’Azienda Ospedaliera Spedali Civili di Brescia, in presenza della presa di posizione degli operatori sanitari che fino ad oggi hanno effettuato il trattamento Stamina e che con comunicazione datata 20 gennaio hanno chiesto “di eventualmente procedere ai trattamenti «Stamina» su formale disposizione del legale rappresentante per ogni singolo caso ordinato dai Giudici" avrebbe dichiarato di condividere e sostenere, precisa che provvederà a comunicare gli ordini dei Giudici personalmente a ciascun operatore, rimettendo agli stessi di decidere, in scienza e coscienza, e sotto la propria responsabilità professionale, se procedere o meno all’effettuazione del trattamento.

A condividere la posizione anche il presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici (Fnomceo) Amedeo Bianco:"Condivido totalmente la posizione assunta dal gruppo di medici degli Spedali Civili di Brescia; la considero una posizione estremamente responsabile e che tiene conto della vicenda nelle sue condizioni date. E riferendosi all’invito dell’Unione Medici Italiani di astenersi dal praticare ulteriori trattamenti Stamina precisa: "L’Umi esprime un’opinione rispetto alla quale sono note alcune perplessità di metodo". I medici degli Spedali Civili di Brescia, aggiunge Fnomceo, "sono già stati improvvisamente mandati allo sbaraglio. Non è il caso di mandarli ancora allo sbaraglio.

In caso di rifiuto, i pazienti interessati ed i giudici che hanno emesso l’ordine, verranno tempestivamente informati del fatto che  l’Azienda si trova nella impossibilità di proseguire i trattamenti in corso e di avviarne di nuovi.

 

Ciò che emerge da tutta questa intricata vicenda, al di là dell’aspetto umano legato ai malati e alle cure compassionevoli, è la confusione generata dalla magistratura sull’argomento. Nella lettera dei nove medici dell’ospedale Civile di Brescia che da ieri hanno iniziato lo sciopero bianco il paradosso è ben spiegato: "siamo obbligati con provvedimenti dei giudici civili e, in base ad una legge del Parlamento, a compiere attività di cura che per la Procura di Torino costituiscono reato". In sintesi, sono obbligati dai giudici a continuare a commettere il reato per il quale sono inquisiti, da altri giudici. Forse varrebbe la pena mettersi d’accordo, almeno tra giudici.

 

 

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Redazione BsNews.it

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