Dopo aver replicato via Twitter a chi voleva farne un simbolo contro la camorra che lui, Mario Balotelli, a Napoli ci andava solo per la partita e non in qualità di simbolo anticamorra, sulle sue parole è scoppiata la polemica e il mondo dello sport e della politica non ha certo usato parole gentili nei suoi confronti.
Mentre i bambini della piccola società che apparteneva una volta ai clan l’hanno applaudito senza preoccuparsi del significato delle sue parole, gli “adulti” l’hanno bacchettato come uno scolaretto alle prime armi. “Nella comunicazione serve più cautela: ieri è stato commesso un errore” ha commentato il presidente della federcalcio Giancarlo Abete, rincarate dalle dure dichiarazioni della senatrice del Pd Rosaria Capacchione che era presente al campo di Giarrusso: “Quando l’ho letto ho pensato che fosse un imbecille”. Addirittura il prete anticamorra Aniello Manganiello ha ipotizzato: “ Mi chiedo se Balotelli abbia ancora diritto ad essere convocato nella Nazionale”.
L’unico a difendere superMario è stato il pm Antonello Ardituro, magistrato che decise di far rinascere la piccola società piuttosto di farla chiudere e che prima dell’incontro ha dichiarato: “Ho parlato con Balotelli prima dell’allenamento. Era felice di essere qui. Ma ad essere simbolo della lotta alla camorra è tutta la nazionale, non solo un giocatore”.
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